Ritrovare sul palco di un teatro importante – qual è il Franco Parenti di Milano – Giuliana De Sio e tutto il suo talento è un appuntamento al quale non si può mancare.
Complice forse anche quel leggero maltempo che ha fatto sì che la rappresentazione avvenisse non ai Bagni Misteriosi ma in Sala Grande, ha reso ancora più intimo e magico uno spettacolo che ha a che fare con la nostra infanzia, con le parole, con le favole. Introdotta da Andrèe Ruth Shammah direttore e presidente, regista e anima del Teatro milanese, Giuliana appare sul palco circondata dai suoi famosi capelli rossi, cornice della sua eleganza teatrale, ed è subito voce che “cattura”.
Lo spettacolo dà il via con un omaggio a Ivano Fossati e la sua “Notte in Italia” come fosse un canto preparatorio al viaggio che affronteremo di lì a poco.
“Condivido con il pubblico tre favole di Basile prese da Lo Cunto de li Cunti, questa raccolta che nasce dalle conversazioni fatte in giro con i contadini della Campania e della Lucania. Gente che gli raccontava qualsiasi cosa, dai pettegolezzi alle sconcerie, fino ai racconti più cupi e sanguinari” dice Giuliana, voce recitante e “cantante” di “Favolosa”, messa in scena Ispirata ai racconti di Giambattista Basile, attraverso una scelta originale di brani musicali che hanno segnato alcuni momenti importanti del suo percorso, lo spettacolo ci accompagna in un viaggio magico e viscerale, fatto di storie surreali appartenenti alla nostra tradizione. Diversi gli scenari, mille i volti e tante le contraddizioni, nelle quali da sempre convivono vitalità e disperazione. Giuliana De Sio non è sola sul palco ma accompagnata da Cinzia Gangarella (pianoforte), Marco Zurzolo (sax) e Sasà Flauto (chitarra). Un racconto e un canto attraversando l’Italia, le sue fiabe da Nord a Sud: fiabe irriverenti, esplicite, romantiche, divertenti, talvolta persino cattive.
Giambattista Basile fu il primo a utilizzare la fiaba come forma di espressione popolare.
A lui si deve l’ideazione di un modello narrativo e del genere fiaba nell’opera “Lo cunto de li cunti, overo lo trattenemiento de peccerille” (La fiaba delle fiabe, o l’intrattenimento per i più piccoli) datato 1634, redatto in lingua napoletana e pubblicato postumo per interessamento della sorella dell’autore, la celebre cantante Adriana Basile.
Questa opera della letteratura barocca compone, in una raffinata architettura, alcune persone e intrecci – come Cenerentola, La bella addormentata, Il gatto sapiente e altre – che ebbero in seguito larga diffusione nella cultura europea dell’epoca tanto da costituire, nelle varie elaborazioni successive, un patrimonio comune a tutta la cultura mondiale.
Lo Cunto è un’opera preparata per il divertimento delle corti. Per la sua complessa struttura e il suo linguaggio teatrale si ispira alle tradizioni del racconto e a vari generi letterari e allestisce un prototipo della letteratura seriale muovendosi tra le regole della commedia dell’arte, del racconto rituale.
Giuliana De Sio si immerge nel mondo fiabesco e ci porta con sé, accompagnandoci per mano nell’arte del racconto, “Lu Cuntu” vero e proprio, come forse solo la Commedia dell’Arte è in grado di fare, coinvolgendo il pubblico tra canzoni, esperienze e ricordi come quello dedicato a Massimo Troisi. Esperienze e ricordi dei quali mai siamo stati sazi. Anzi, ne avremmo ascoltati volentieri ancora e ancora.
Una menzione speciale ai suoi tre musicisti, compagni ideali di palco.