Se ci fosse stato un autore più “fantastico” di Dino Buzzati bisognerebbe inventarlo, recitava un famoso spot di auto fine anni ’80. Perché sicuramente non ce ne è stato uno più grande di lui, in Italia. Dino Buzzati, bellunese classe 1906 fu considerato un autore di genere fantastico tanto da essere definito più volte il Kafka italiano. Giornalista, librettista, poeta, drammaturgo, accompagnò il Novecento italiano con opere come “Il deserto dei Tartari” divenuto poi film con la regia di Valerio Zurlini.
Morì a Milano nel 1972 e Gioele Dix dedica il suo nuovo spettacolo allo scrittore di San Pellegrino di Belluno incarnandolo dentro un laboratorio dove si producono storie, la sua personale versione di Buzzati sul palco. Lo spettacolo “La corsa dietro il vento” in scena al Teatro Franco Parenti di Milano (fino al 20 marzo, poi nel resto d’Italia), si conferma una ventata di aria fresca, di aria buona come quella che c’è sulle montagne del bellunese. “Ho cominciato a leggere i racconti di Dino Buzzati all’età di dodici anni. La sua voce assomiglia spesso alla mia. Lo considero l’inventore di racconti perfetti, che non solo ti avvincono – perché vuoi sapere come vanno a finire – ma ti lasciano sempre un segno dentro, ineffabile però familiare.”
Gioele Dix, grande appassionato e conoscitore delle sue opere, passeggiando per una strada di Milano si accorge che quella finestra illuminata è proprio la finestra del grande scrittore e, ma guarda la fortuna capitatagli, proprio da quella finestra gli cade tra le mani, gettato via, un malloppo di carta a forma di palla. Magia delle magie, quell’appallottolato di carta non sono altro che dei fogli manoscritti da Buzzati. Un insieme di idee, di storie, pezzi di racconto che subito, anche grazie alla talentuosa Valentina Cardinali, prendono vita, vengono ricomposte dai nostri attori in un caleidoscopio di immagini, battute, situazioni, pensieri, domande e supposizioni.
Ed è come immergersi in quelle storie da capo a piedi, farne parte, volerne sapere la fine a tutti i costi. Per rivivere Dino, per noi che amiamo ancora molto ogni sua parola pensata divenuta poi grafìa e, a sua volta, ricomposte in tumulti di parole scritte che compongono il suo fiume di romanzi e poesie.
Il legame fra Gioele Dix e Dino Buzzati è anche testimoniato dalla collaborazione con Audible che, nell’estate del 2021, ha arricchito il suo catalogo con 25 audiolibri dello scrittore, 4 dei quali – Il deserto dei Tartari, Un amore, Il Colombre e altri 50 racconti, Sessanta racconti – sono letti e interpretati dall’inconfondibile voce di Gioele Dix.
Innegabilmente, quello portato in scena è un Buzzati che finalmente riprende carne, si assembla, ci viene mostrato con una punta di nostalgia.
Gioele Dix firma una drammaturgia e “scrive” una regia attenta, viaggiando tra le emozioni sue e quelle, si presume, appartenute a Buzzati. Si ride, ci si commuove, si applaude, si pensa, si pensa, si pensa fortemente.
Colpisce al cuore la parte della ragazza – interpretata dalla bravissima e poliedrica attrice Valentina Cardinali – che decide di suicidarsi dal un palazzo così alto che va dal 500’ piano in sù e nella caduta incontra e parla con una variopinta fauna di esseri umani dove, dal ricco che sta in cima al più povero e vecchio che sta in basso, ripercorre la metafora della vita: come a dire, in alto i ricchi si godono quello spettacolo di ragazza cadere giù e, in basso, ai poveri, non resta solo che sentirne lo schianto a terra.
Ancora e ancora, Buzzati non basta mai.
drammaturgia e regia Gioele Dix
con Gioele Dix
e con Valentina Cardinali
scene Angelo Lodi
musiche Savino Cesario
costumi Marina Malavasi e Gentucca Bini
disegno luci Carlo Signorini
produzione Centro Teatrale Bresciano
in collaborazione con Giovit
distribuzione Retropalco srl