7 Dicembre 2024

Arturo Cirillo personalizza il “Don Giovanni”

Fabrizio Lopresti ha visto per noi all'Elfo Puccini di Milano la versione in dimensione giocosa. La scenografia ricorda le ville palladiane.

7 Dicembre 2024

Arturo Cirillo personalizza il “Don Giovanni”

Fabrizio Lopresti ha visto per noi all'Elfo Puccini di Milano la versione in dimensione giocosa. La scenografia ricorda le ville palladiane.

7 Dicembre 2024

Arturo Cirillo personalizza il “Don Giovanni”

Fabrizio Lopresti ha visto per noi all'Elfo Puccini di Milano la versione in dimensione giocosa. La scenografia ricorda le ville palladiane.

Un calembour di intrecci, situazioni, scene. E’ questa la pièce che Arturo Cirillo ha deciso di mettere in scena fregiandosi del titolo altisonante di Don Giovanni. Molière e Da Ponte racchiudono nello spettacolo i loro intrighi abilmente declinati in azioni sceniche. E pensare che quando il testo di Molière venne messo in scena nel febbraio del 1665 non fu gradito agli ecclesiastici che ne proibirono la rappresentazione, nonostante il protagonista, un miscredente libertino, finiva per morire tra le fiamme dell’inferno. Il celebre personaggio del Don Giovanni, all’epoca di Molière, era già entrato nella leggenda attraverso il Burlador de Sevilla (L’ingannatore di Siviglia) di Tirso de Molina, del 1616. In seguito, anche Carlo Goldoni ne farà una sua versione nel 1735.

Come mai si parla ancora oggi del termine Don Giovanni e quale morale lo abita?

Don Giovanni è un immorale, cioè non riconosce i valori morali della società in cui vive: la fedeltà a una sola donna è per lui un «falso onore». Le donne, nell’ottica deformata e volutamente paradossale del libertino, vengono presentate come vittime da salvare, perché ingiustamente defraudate della possibilità di essere sedotte. Qual è dunque la sola forza cui obbedisce il protagonista? L’impulso naturale, il piacere, costantemente rinnovato su un oggetto diverso, il gioco della seduzione e la vittoria finale sulla vittima e sui valori in cui questa credeva. Ancora oggi si usa il termine per riconoscere ad un uomo un certo fascino e una certa facilità nel conquistare le donne, anche in maniera furbesca senza porsi troppi scrupoli. Originale è inoltre la mescolanza di registri e toni diversi: i personaggi comici e farseschi (Sganarello, le contadine) affiancano quelli tragici (Elvira e i fratelli); gli elementi fantastici (l’episodio della statua che si anima) s’intrecciano a quelli realistici e grotteschi rendendo lo spettacolo un gioco teatrale.

Cirillo gioca con le azioni, le veste, le condivide. I personaggi, dal bravo Sganarello al Padre di Elvira, da Elvira stessa al resto della compagnia, come una giostra, condividono le situazioni affacciandosi alla scena e intessendo la trama come fosse una partitura musicale.

«Ho deciso di raccontare – racconta Arturo Cirillo – il mito di Don Giovanni usando forme e codici diversi, conservando la comicità paradossale e ossessiva di Molière, che a volte sfiora il teatro dell’assurdo, e la poesia e la leggerezza di Da Ponte, anche la sua ‘drammatica leggerezza’. Perché in fondo questa è anche la storia di chi non vuole, o non può, fare a meno di giocare, recitare, sedurre; senza fine, ogni volta da capo, fino a morirne». Ma per Don Giovanni la fine non sarà buona, come a dire: male non fare paura non avere. Don Giovanni crede di aver ingannato tutti ma la statua del defunto Padre di Elvira si presenta a cena e, stringendogli la mano, lo trascina nell’inferno.

E lui male ne ha fatto fa anche troppo. La sala grande dell’Elfo è piena e gli applausi si sono fatti sentire al termine della recita. Si replica sabato 7 e domenica 8 dicembre 2024.

Don Giovanni – da Molière, Da Ponte, Mozart

adattamento e regia di Arturo Cirillo

con Arturo Cirillo e con (in o.a.) Irene Ciani, Rosario Giglio, Francesco Petruzzelli, Giulia Trippetta, Giacomo Vigentini

scene di Dario Gessati costumi di Gianluca Falaschi luci di Paolo Manti musiche di Mario Autore

produzione MARCHE TEATRO, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Teatro Nazionale di Genova, Emilia Romagna Teatro / ERT Teatro Nazionale

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Fabrizio Lopresti

Fabrizio Lopresti, autore, giornalista e regista, nonché attore della famosa sitcom “Sensualità a Corte”. Viaggiatore di cultura, per la rubrica culturale di The Way Magazine tratta di tutto quello che potrà nutrire l’anima. Festival, rassegne, cinema, mostre, libri, viaggi interspaziali e musicali. Tutto in prima persona, vivendo quel momento per raccontarlo ai lettori. “Perché la cultura sociale ci aiuta a vivere meglio, ci aiuta a diventare persone migliori”, dice.
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