Don Lisander lancia il suo “Tocch de Milan”: un piatto olimpico che sfida polpette e palati globali
Si preparino forchette e calici, perché il Don Lisander, tempio meneghino della cucina che con eleganza sussurra tradizione, sta scaldando i fornelli per le Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026 con un colpo da maestro: “Töcc de Milan” è il piatto realizzato dallo chef Massimo Moroni che trasforma gli umili mondeghili – quelle polpette fritte nate dagli avanzi di carne e dal genio contadino – in un’ode gourmet ai cerchi olimpici. Cinque varianti, che alternano alla versione classica la quella con pasta di salame crudo, quella a base di ossobuco, la variante con paté di fegato di pollo e quella con salame di testa nell’impasto: un’esplosione di sapori che sembra dire “Milano non è solo nebbia e risotto, ma anche un twist per stupire il mondo”.



Dietro questa proposta c’è Stefano Marazzato, patron del Don Lisander, che da anni gioca a fare l’alchimista tra i fornelli di un ristorante nato nel 1947 e battezzato in onore di Alessandro Manzoni. Qui, tra le mura storiche, si respira un’aria di tradizione che profuma di burro e nostalgia, ma Marazzato non resiste alla tentazione di shakerare il tutto con un pizzico di innovazione. E così, i mondeghili diventano un passe-partout per conquistare i palati internazionali che calcheranno la città durante le Olimpiadi.
Non è la prima volta che Don Lisander osa riformulare i canoni della tradizione: si pensi a “La Provvidenza”, la torta manzoniana che unisce zucchero, frutta secca e gocce di cioccolato. Da questi giorni la torta è in vendita oltre al Don Lisander stesso, anche al Caffè Fernanda, nella Pinacoteca di Brera, a pochi passi dal ritratto di Manzoni dipinto da Hayez: un’accoppiata che trasforma ogni morso in un’esperienza cultural-gastronomica da selfie.
Con “El Töcc de Milan”, Don Lisander non si limita a rispolverare la tradizione: la prende per mano e la lancia verso il futuro, sfidando i nuovi palati globali in arrivo per le Olimpiadi.