San Pantaleo è un borgo dal fascino imperdibile, che domina la Costa Smeralda arroccato sul massiccio granitico di Cugnana, nella lussureggiante Gallura in Sardegna. Un luogo che ha saputo mantenere intatta la sua autenticità che si rispecchia nella struttura ricettiva dell’hotel Arathena, con piscine e a pochi km dalle spiagge più rinomate.
Un angolo di isola perfetto per accogliere il progetto del ristorante FUMU, che nasce dalla volontà di creare una proposta di ristorazione incentrata sulla carne alla griglia, utilizzando una materia prima di qualità eccellente con una tecnica di cottura impeccabile.
Pino Savoia, Christian Dentis e Bruno Paschina sono i soci ideatori di questa nuova insegna. Tutti e tre con importanti esperienze nel mondo della ristorazione e del management in ambito turistico, hanno voluto portare in Costa Smeralda un’offerta gastronomica di livello elevato, che si distinguesse da uno standard spesso turistico e poco attento alla qualità.
Per poter realizzare al meglio questo sogno, si sono affidati alla consulenza esterna di Roberto Pintadu, sardo di origini e titolare a Torino dell’insegna Bifrò. Uno dei massimi conoscitori dell’universo carne e dei processi di frollatura e grigliatura.
Il ristorante sorge all’interno dell’hotel Arathena, una deliziosa struttura dalla geometria irregolare, quasi un borgo, immersa tra le rocce e la natura della Gallura. Forme, colori e materiali rispecchiano il luogo in cui sorge l’hotel, la cui costruzione è stata affidata a tutti artigiani e artisti locali. Estetica e autenticità sono i tratti che caratterizzano questo angolo di ospitalità sarda. Tre le sale del ristorante, molto suggestive, su tre livelli diversi che partono dalla taverna, fino ad arrivare ad una splendida terrazza all’aperto, in totale immersione con l’ambiente intorno.
Alcune delle migliori selezioni servite a San Pantaleo derivano da rapporti stretti con aziende che sono diventate, sia in Italia che all’estero, punti di riferimento in ottica di coerenza con i principi di scelta. Per citarne alcune: Black Angus di origine irlandese allevato dalla famiglia Pantano, in Veneto, che opera in una filiera cortissima, dal momento che alleva, macella e lavora la carne direttamente. Oltre che maturarne i tagli seguendo rigorosi canoni. Black Angus americani, bovini danesi e polacchi, che forniscono capi più maturi con un importante livello di infiltrazione e carni dai sentori erbacei, per via del pascolo. E poi Wagyu giapponese, di altissima qualità e proveniente non da una prefettura ma da un solo allevatore, per garantirne tracciabilità ed eccellenza. Tutti tagli di animali adulti, non sotto i 3-4 anni di età, che hanno carni con il muscolo sviluppato e dunque più interessanti al palato, capaci di esprimersi al meglio in una cottura di perfetta esecuzione e a seguito della giusta maturazione.
La bistecca è dunque la regina della proposta, ma la carta offre anche la possibilità di spaziare tra antipasti e chicche particolari (come la bresaola di Wagyu Kobe), oltre varie tipologie di ortaggi e verdure e formaggi a fine pasto. Importanti anche i tagli di quinto quarto, cuore, diaframma, animelle, cervella, cucinati alla griglia come antipasti o piatti di compensazione.
Nella carta dei vini, buona sezione dedicata alle bollicine, in particolari agli Champagne, che Pino ama particolarmente e che si possono esprimere in interessanti abbinamenti anche con la carne. I vini bianchi fermi selezionati sono di struttura, corpo, persistenza, ottimi accompagnamenti per gli antipasti.
I rossi derivano principalmente dalle due regioni che più in Italia ne sono espressione: Piemonte e Toscana. Una carta che rappresenta l’Italia in tutta la sua identità territoriale, composta da circa 500 referenze, tra etichette blasonate, che permettono di regalare importanti annate e dare profondità al percorso, e piccole realtà, in grado di offrire bottiglie di nicchia e chicche molto particolari.