Non è un maglietta e non è una giacca. Quando Michael Shuttleworth, stylist inglese con 15 anni di esperienza nella moda (degli altri) si è messo in proprio, c’era la pandemia e il futuro del sistema sembrava incerto. La sua missione era reinventare le t-shirt. Così è nato il suo brand W.Rubens che in questo gennaio 2024 ha debuttato con successo. Pitti Uomo. Una connessione con l’Italia il brand già ce l’ha: il cotone arriva dalla Lombardia. “Prendiamo i capi di ogni giorno e li trasformiamo in icone di stile – scrive Michael nella presentazione del suo marchio -. Creiamo prodotti di base elevati che incarnano il lusso tranquillo e l’arte dedicata all’eleganza sobria”.
Il brand è tra le migliori novità viste all’ultima edizione Fiorentina di Pitti Uomo, mostrando cosa possa essere lo stile e la portabilità maschile per il mondo moderno. Al suo primo Pitti, l’inglese Michael (in foto al suo stand in apertura servizio), ha portato un campionario di magliette che a un primo sguardo sembrano un inno alla semplicità, ma che poi rivelano un’attenzione ai dettagli e tagli inaspettati che sono davvero unici nel panorama contemporaneo.
Il tutto, incredibile a dirsi, a partire dall’intramontabile T-shirt bianca, l’elemento più basic che c’è nel guardaroba maschile.
Tutto è iniziato quando i clienti facevano la stessa domanda al fondatore di W.Rubens. Michael Shuttleworth si sentiva chiedere: dove posso trovare una bella maglietta bianca? Michael non lo sapeva. Fu allora che si rese conto che mancava qualcosa.
E così è nata l’idea di W.Rubens. Niente di nuovo o rivoluzionario. Solo l’idea di creare una collezione di magliette bianche realizzate utilizzando i tessuti più pregiati e investendo nel talento britannico.
Michael dice: “Vogliamo riportare qualità, cura e pazienza nel settore dell’abbigliamento. Rispondere al fast fashion con uno stile duraturo. Ogni maglietta Rubens è un lavoro artigianale, disponibile in collezioni limitate. Acquistiamo i migliori tessuti, collaborando con fornitori che hanno a cuore il benessere dei loro lavoratori e del pianeta. Le nostre collezioni sono prodotte su ordinazione dal nostro piccolo atelier a Londra, Inghilterra, dove impieghiamo lavoratori locali”.
Fotoreport da Firenze di Tony Ta per The Way Magazine.