Guardando questo shooting si fa fatica a pensare che trattasi di borse, di moda, di prodotto fashion. Questo perché Simone Rainer, stilista dal background scientifico, è stato da sempre attratto dalle forme geometriche applicate a dei manufatti simbolo del made in Italy, le borse. E cosa accadrebbe se posizionassimo queste preziose creazioni in pelle dalle geometrie astratte in un ambiente che le facesse sembrare degli oggetti spaziali, difficilmente identificabili?
Scelta coraggiosa ma di grande impatto visivo che il creativo ha realizzato in queste immagini con Francesco Petroni, un autentico visionario della visual art che ha collaborato con nomi del calibro di Jil Sander e Nowness. Il risultato lo vedete nelle foto che ci hanno gentilmente concesso per la pubblicazione.Tutti gli scatti per la collezione delle borse Simone Rainer primavera/estate 2018 sono stati realizzati tenendo conto di avvistamenti veri occorsi nelle più svariate parti del mondo, dal Madagascar alla Corsica. Dai verbali che sono stati analizzati è partita la valanga creativa che ha partorito questo insolito progetto. Per i retroscena, leggete le risposte che ci hanno fornito assieme i due creativi.
Il brand è nato nel 2011 coniugando il concetto moda prezioso con l’esperienza tattile. Come siete riusciti a veicolare questo mood? Come avete pensato a uno shooting senza modelle?
Le borse hanno una personalità forte e non abbiamo sentito l’esigenza di avere modelle per dare carattere alle immagini. Inoltre il concept prevede uno spazio quasi alieno, senza traccia umana.
Cosa vi ha ispirato a scegliere una location quasi lunare?
La scelta della location è avvenuta in modo abbastanza naturale, visto il concept stesso della stagione così “galattica”. Per il resto un viaggio comune ci ha convinti che fosse la scelta giusta.
La scelta dei colori vivaci in opposizione ai monocromi dei prodotti, come l’avete pensata?
Inserire queste borse dalle superfici metalliche e quasi “aliene” all’interno di paesaggi naturali ha provocato automaticamente questa sensazione di contrasto… assolutamente intenzionale.
La campagna va su carta, web o esiste anche un video?
La campagna prende vita sul web e sui canali social… senza alcun video, ma organizzata in parte in pacchetti di immagini e report di avvistamento.
Che tipo di suggerimenti apporta il creativo in uno shooting del genere?
Gli shooting sono in realtà importanti momenti di confronto. Creatività e visioni condivise portano poi al prodotto finale. Il prodotto di un designer si mette in quel momento on stage, quasi fosse un momento “zero” del suo percorso nel mercato.
Lo storytelling è al centro di questo vostro lavoro. Come ci siete arrivati?
Borse metallizzate da forme geometriche, paesaggi quasi lunari, passione comune per gli UFO e vita extraterreste…c’erano tutti gli ingredienti allineati per costruire questo racconto di avvistamenti.