11 Settembre 2020

Manuel Scrima, fotografia incorporea

Il titolo Disembody allude al processo della fotografia dell'artista che parte dallo studio del corpo umano. Alla Fabbrica Eos di Milano.

11 Settembre 2020

Manuel Scrima, fotografia incorporea

Il titolo Disembody allude al processo della fotografia dell'artista che parte dallo studio del corpo umano. Alla Fabbrica Eos di Milano.

11 Settembre 2020

Manuel Scrima, fotografia incorporea

Il titolo Disembody allude al processo della fotografia dell'artista che parte dallo studio del corpo umano. Alla Fabbrica Eos di Milano.

Alla Fabbrica Eos di Milano in tempo per la risorta fashion week milanese di settembre arriva la mostra fotografica dell’autore Manuel Scrima, dal titolo Disembody, primo appuntamento della rassegna New Post Human in programma per la stagione 2020/21. Si tratta di un’iniziativa che rientra nella rassegna DAAM in programma dal 1 al 4 Ottobre presso Fabbrica Eos (Piazzale Baiamonti 2 -20154 Milano).

L’esposizione, a cura di Chiara Canali, raccoglie un corpus di lavori inediti di grande formato (100×100 e 50×50 cm) stampati su lastre di vetro e plexiglass montate assieme, in una sovrapposizione di più livelli che ricreano la complessità dell’immagine finale.

Disembodiedness, Manuel Scrima 2020

Sarà presente, inoltre, un pavimento a mosaico di 200×200 cm, costituito da un puzzle di 400 mattonelle di pietra tagliate a mano, che riportano le stampe fotografiche con i soggetti creati dall’artista. Le mattonelle sono composte da materiali a base quarzo, prodotte da Stone Italiana, una delle aziende più all’avanguardia nella produzione di quarzo e marmo ricomposto.

Il titolo Disembody allude al processo della fotografia di Manuel Scrima che parte dallo studio del corpo umano, maschile e femminile, per arrivare a una fotografia disincarnata, incorporea, astratta, separata dal corpo di partenza.

Negli scatti di Scrima si rivela una profonda passione per la cultura classica e umanistica: la perfezione formale della scultura classica e il sensuale edonismo delle ombre dei corpi sono il punto di partenza di una fotografia che punta alla sintetizzazione formale e stilistica, in cui si fondono sagome astratte con linee geometriche attraverso un drammatico contrasto di chiari-scuri.

Manuel Scrima è interessato a una fotografia del dettaglio, ottenuta solamente grazie alla tecnica fotografica senza alcun intervento in postproduzione, dove la composizione e la simmetria delle forme non è dettata dalla duplicazione e specularità delle immagini ma dalla associazione maniacale di corrispondenze formali ed equilibri corporei.

Una sorta di purismo fotografico riconducibile agli insegnamenti del teorico e artista Jaromír Funke, perché appartengono alla sua fotografia due componenti sostanziali: “il sentimento e la composizione”.

Un sentimento adamantino verso lo statuto dell’immagine in continua mutazione, evoluzione e trasformazione, che determina un senso di sospensione e alterità. A partire dalla frattura operata dalla Body Art, i corpi subiscono una modificazione iconica e culturale, dive­nendo dei corpi mutanti nati dalla contaminazione di pratiche espressive, mediali e tecnologiche. I corpi di Manuel Scrima, seppur mantenendo una forte carica sessuale e organica, sono ridotti a una forma fondamentale. L’indiscutibile evidenza della composizione formale serve a indirizzare l’attenzione sulla bellezza e la verità del soggetto.

Una composizione fotografica legata all’idea di astrazione ma che si confronta con tutta la storia dell’arte moderna più che con la storia della fotografia. Robert Adams nel suo libro La bellezza in fotografia suggeriva che la fotografia è nuova perché è per natura costretta a ripetere l’antico mestiere dell’arte: sco­prire e rivelare il senso della confusa materia della vita. Paradossalmente, si può capire questa novità considerando, ad esempio, che le fotogra­fie di Nick Nixon sono più vicine a Piero della Francesca che a Franz Kline, quelle di Robert Frank a Bruegel più che a Robert Motherwell, quelle di Mark Cohen più a Goya che a Frank Stella, e così via”.

Così la fotografia di Manuel Scrima rilegge preferibilmentele silhouette ritmate e astratte dei “Nudi Blu” di Henry Matisse piuttosto che i corpi scultorei di Robert Mapplethorpe; guarda alle voluttuose ed essenziali impronte blu di Klein più che le rayografie di Man Ray; studia  le campiture a losanghe marroni di Rothko piuttosto che i fotogrammi astratti di Luigi Veronesi; riscopre le strutture geometrizzanti delle maschere cubiste piuttosto che le polaroid di Paolo Gioli.

Manuel Scrima in una foto di Lorenzo Noevelli

Manuel Scrima è un artista e fotografo/regista nato a Cremona da padre arbëreshë e madre belga che fin dagli esordi ha lavorato su più continenti. Nel suo lavoro sono sempre riconoscibili ispirazioni classiche e neoclassiche, parte della sua educazione visiva, che spesso ama rapportare a culture distanti ed esotiche. Nel 2006 inizia il suo periodo Africano (Afrika Awakes la sua mostra più celebre ha girato gallerie e musei con 10 repliche tra Francia, Inghilterra, Irlanda, Finlandia, Italia e Kenya). Le sue immagini restituiscono dignità e bellezza a un continente distorto dai racconti dei media. Nel 2010 inizia la sua avventura asiatica e la collaborazione con l’artista e stilista Angelo Cruciani. Con lui realizza diversi progetti a cavallo tra Arte, Comunicazione e Moda, (i.e. Made in China, She’s Not A Man).

Disembody, Manuel Scrima 2020

Foto d’apertura: Manuel Scrima ritratto da Alberto Pelayo.

FABBRICA EOS Contemporary Art

Inaugurazione giovedì 24 settembre dalle ore 18.30

In esposizione dal 25 settembre al 22 ottobre 2020

Piazzale A. Baiamonti 2 – Milano

FABBRICA EOS Gallery

Viale Pasubio (angolo via Bonnet) – Milano

T. +39 02 6596532

www.fabbricaeos.it / info@fabbricaeos.it

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