In occasione del 150° anniversario del brand Lyle & Scott, la collezione autunno-inverno 2024/25 ha una rinnovata attenzione per la maglieria, un ritorno alle radici, quando in Scozia, nel 1874, i fondatori William Lyle e Walter Scott a Hawick erano i maestri della biancheria intima a maglia di alta qualità.
La collezione presentata al Pitti Uomo 2024 ha mostrato la maglieria e un ritorno del tartan.
Pur mantenendo l’iconica aquila dorata, nata negli anni ’60, gli elementi di branding si sono evoluti con una maggiore attenzione alle linee di alta gamma, portando un nuovo senso di identità, che riporta l’innovazione, la qualità e l’artigianatalità ad essere punti fermi del brand, rileggendo tutto attraverso le lenti del tailoring, dell’abbigliamento militare e di quello sportivo, storici punti fermi del design britannico.
Per l’autunno-inverno prossimi il meglio di Lyle & Scott è presentato in un mix di passato e presente: dopotutto “Good work makes more work” (per citare il motto dei fondatori Lyle e Scott) e quale momento è migliore per ricordarlo se non questo traguardo, un trampolino di lancio verso i prossimi 150 anni.
STORIA
William Lyle e Walter Scott acquistarono una fabbrica a Hawick, in Scozia, con l’ambizione di produrre biancheria intima lavorata a maglia di alta qualità nell’800. LA dedizione alla creazione di pezzi di alta qualità fece sì che presto si spargesse la voce su Lyle & Scott e, nel 1910, il giro d’affari era triplicato. Negli anni ’20 la maglieria continuò a ricevere consensi e fu lanciata la prima collezione di capispalla. Il brand si fece un nome e arrivò a collaborare con Christian Dior nel 1954. Nel 1975 il brand ha ricevuto un Royal Warrant su nomina del defunto Duca di Edimburgo, il Principe Filippo.
L’ormai iconico logo Lyle & Scott, l’aquila d’oro, è stato lanciato negli anni ’60 in concomitanza con la prima incursione nel mondo dell’abbigliamento da golf, perché rende omaggio al famoso golf club scozzese Gleneagles. Il successo fu tale che Jack Nicklaus indossava Lyle & Scott quando vinse il suo terzo Open Championship nel 1978.
Altra associazione importante il marchio l’ha avuta con i Mods, una sottocultura degli anni ’60 e ’70 composta da ribelli vestiti in modo elegante che amavano band come The Who, Small Faces, The Jam e il jazz moderno. I mods britannici sceglievano maglioni lavorati a maglia premium e versatili come pezzi indipendenti e con abiti su misura.