Si chiama “Gianfranco Ferré e Maria Luigia: inattese assonanze” la mostra organizzata a Parma nell’ambito delle celebrazioni che ricordano il bicentenario dell’ingresso in città di Maria Luigia d’Asburgo-Lorena, già imperatrice dei Francesi e Duchessa di Parma, Piacenza e Guastalla.
La mostra è aperta fino al 15 gennaio al Palazzo del Governatore di Parma e fa parte di un progetto ideato da Alberto Nodolini e prodotto da Ankamoki. Al primo piano del palazzo, a cura di Gloria Bianchino e Alberto Nodolini in collaborazione con la Fondazione Gianfranco Ferré, gli abiti dellos tilista, mentre al secondo ci sono le installazioni di Michel Comte per la mostra “Neoclassic” curata da Jens Remes in collaborazione con Alberto Nodolini e Anna Tavani.
La mostra di Gianfranco Ferré propone un’ampia selezione di capi delle collezioni Alta Moda e Prêt-à-Porter, frutto di un lavoro di ricerca finalizzato all’individuazione di “inattese assonanze” tra alcune declinazioni dello stile di Ferré e le passioni, il gusto e i tempi della “Buona Duchessa”. Una mostra giocata tutta sui dettagli della storia del costume reinterpretati in moda dal genio di Ferré. E’ questo che evidenziano i 60 splendidi capi che saranno esposti in mostra, accompagnati dai bozzetti preparatori.
Stilista e duchessa hanno molto in comune. Da sempre affascinato dalle grandi donne della storia, Gianfranco Ferré nelle sue collezioni vive come costante il richiamo alle mode del passato. In un gioco di assonanze estetiche, gli abiti esposti mostrano chiaramente come Ferré dialoghi con la cultura neoclassica cogliendo l’essenza del vestire, da Giuseppina di Beauharnais, prima moglie di Napoleone, alla “Buona Duchessa” Maria Luigia, consorte in seconde nozze di Napoleone. Nel suo guardare al passato Ferré non lavora sull’insieme, ma sui particolari che, destoricizzati, vengono esaltati e resi contemporanei.
Rita Airaghi direttore della Fondazione Gianfranco Ferré dice che la mostra ha una “singolare valenza, nell’ambito delle celebrazioni perché Ferré ha sempre manifestato amore virtuale e interesse per le donne di potere, per le grandi della storia, da Maria Teresa d’Austria a Caterina di Russia, da Elisabetta la Grande a Cristina di Svezia. La “Buona Duchessa”, così chiamata dai sudditi che l’hanno venerata e dai parmigiani di oggi che non hanno smesso di farlo, possa rientrare a pieno titolo nel novero dei personaggi femminili che occupano una posizione di rilievo negli orizzonti immaginari dello stilista”.
Gianfranco Ferré richiamava alle mode di epoche passate e dunque anche allo stile Impero. Ma non è questa la ragione che spiega la presenza delle creazioni di Ferré in mostra. “I motivi – dice Airaghi – sono assonanze che ci è piaciuto definire inattese per i nostri studi, in un incontro con il mondo di Maria Luigia di Parma, il suo gusto, le sue passioni. Il ricorso ad una analisi puntuale e una propensione alla ricerca sommano in sé da un lato metodologie filologiche, dall’altro l’aspirazione a costruire inusitate prospettive di percezione del messaggio di stile di Gianfranco Ferré“.
Stiamo parlando di una donna cresciuta secondo i principi rigidi ma sostanzialmente già borghesi della corte di Vienna, per nulla educata a reggere le sorti di uno Stato. Tuttavia, la “Buona Duchessa”, più per innato pragmatismo femminile che non per preparazione politica, ha fatto del suo Ducato un’isola felice negli anni più che cupi della Restaurazione. Una donna illuminata, attenta anche alla nascente questione sociale, che ha aperto alla nuova era e al mondo una piccola entità territoriale.
Info
Ferré e Comte/ DETTAGLI. Grandi interpreti fra moda e arte
Palazzo del Governatore – Piazza Giuseppe Garibaldi , Parma