La sfilata di IED “Future starts slow” a BASE Milano nell’ambito di Fashion Graduate Italia 2024 ha messo in evidenza 8 nuovi talenti del fashion business. IED Moda in Italia – a Milano, Cagliari, Firenze, Roma, Torino e a Como con l’Accademia Aldo Galli – raggiunge nel complesso più di 2.300 studenti considerati i due livelli Undregraduate e Postgraduate e i corsi Lifelong Learning. Una volta completato il percorso di studi, il tasso di placement raggiunge il 90% su tutto il Gruppo IED.
In passerella al BASE Milano si sono visti gli abiti di Maria Bruni con Dritto Filo; Leonardo Fizialetti con Abitanti; Marco Servedio con 3k; Caterina Magni con Corpo Vestito; Matteo Gagliano con Circadian Rhythm; Linda Moro con Natural Phenomena; Alexia Sedda con Eclissi e Adele Domini con Object.

1_Dritto Filo di Maria Bruni Un percorso su due mondi: modellistica e sartoria cercando di collegare ciò che è artigianale e fatto a mano con il cartamodello, il manichino, il tessuto, l’ago e il filo.

2_Abitanti di Leonardo Fizialetti Un racconto sul rapporto tra le persone e gli oggetti personali che custodiscono la propria memoria: emulando la forma degli elementi propri delle abitazioni, dai drappeggi dei tendaggi a quella dei vestiti poggiati e accumulati sul corrimano delle scale, alla biancheria nei cassetti in attesa di essere indossata.

3_3K di Marco Servedio L’essenza di questa collezione workwear, ma potenzialmente indossabile da chiunque, nasce dalla definizione giapponese dell’operaio e dai concetti Kitanai (sporco), Kiken (pericoloso), Kitsui (esigente).
Il suo progetto è influenzato soprattutto dal lavoro del papà operaio, e offre la possibilità di riflettere sui rischi connessi al lavoro e sull’importanza della prevenzione.
L’abbigliamento da lavoro, come le uniformi, presenta di solito scarsa attenzione alle tipologie di fisicità ed è poco funzionale rispetto alla mansione svolta, in termini di aderenza al corpo e di mobilità, di resistenza alle abrasioni e di impermeabilità. 3K impiega tessuti tecnici (Majotech) dalle alte funzionalità performative, resistenti alle abrasioni e all’acqua, traspiranti e dunque adatti ad ogni stagione, doppiamente protettivi contro gli agenti atmosferici. Grazie all’inserimento di batterie e pannelli fotovoltaici in punti strategici in grado di alimentare dei led, i capi autoproducono la luce necessaria, ricaricandosi di giorno e attivandosi durante la notte per garantire sicurezza e visibilità agli operai.

4_Corpo Vestito di Caterina Magni. Abiti che non costringono il corpo in forme innaturali ma si adattano ad esso. La sfida è quella di utilizzare un tessuto non elastico come il denim. Il rapporto tra corpo e tessuto viene indagato attraverso le manipolazioni, fissando le tracce dei nostri comportamenti quotidiani nel denim, simbolo di contemporaneità.

5_Circadian Rhythm di Matteo Gagliano omaggio al notturno, a ciò che prende vita quando si fa buio in un viaggio per luoghi “improbabili” accompagnato dal ritmo ancestrale circadiano. Il damasco e la lana di pecora grezza, ossia l’interno e l’esterno del cuscino, simbolo del sonno, si fondono per creare capi, giacche e canotte. Un’ode all’intimità delle camere da letto, alle coperte che diventano abiti, ai travestimenti notturni, un’occasione per raccontare le energie inafferrabili della notte, che alle luci dell’alba svaniscono in un ricordo, come un sogno.

6_Natural Phenomena di Linda Moro nasce dal concetto di mutamento perpetuo presente in ognuno individuo. La falena bianca rappresenta, infatti, nell’antichità la continua ricerca di una luce radiosa da seguire fino alla fine. Questa collezione si rivolge a coloro che non cercano solo indumenti ma un riflesso del proprio percorso (viaggio).

7_Eclissi di Alexia Sedda un omaggio estetico al passato e una riflessione sulla nostra relazione con il tempo e la memoria. Adottando un approccio minimalista e narrativo, la collezione cerca la purezza e la semplicità, rigettando la complessità e l’eccesso di informazioni a cui siamo sottoposti giornalmente, per una ri-connessione all’essenza delle cose. Ogni capo è progettato per valorizzare la forma naturale del corpo, eliminando dettagli superflui e puntando su tagli e cuciture minimali. L’incontro tra tessuti e la morbidezza del corpo è il fulcro della collezione, che esprime una femminilità sussurrata, mai esagerata.

8_Object di Adele Domini vuole superare un presente impersonale, rifiuta i significati imposti e torna all’essenza pura delle cose. La creatività individuale diventa essenziale per creare valori e linguaggi, ridando vita agli oggetti come forme indefinite da reinterpretare secondo molteplici prospettive. I capi nascono da uno studio di forme geometriche bidimensionali, inizialmente prive di significato, il cui vero valore emerge quando vengono indossate.
Credit fotografico: Daniele Venturelli. Instagram: @danieleventurelliphoto