Un grande successo ad Altaroma, per la quarta edizione del Progetto “Creative District”, il progetto ideato da Antonio Falanga e Grazia Marino è un viaggio in compagnia dei creativi, dello Spazio Margutta, per luoghi e tradizioni che fanno del “vecchio continente”, come sempre, la culla della moda. Un tour per tempi mai vissuti ma plasmati da un’argilla esclusiva raccolta dal miglior substrato storico dai nuovi volti italiani dell’haute couture. La passerella del Creative District porta in scena le creazioni di: Gian Paolo Zuccarello, Asia Neri by Irene Mattei, Aline Oliveira, Antudo, Dàvorin Cordone e Sosud by Mario Costantino Triolo. Sei quadri moda presentati da Cinzia Malvini, una delle più accreditate giornaliste del fashion system, che diventa la guida verso questo viaggio tra le esclusività sartoriali.
Difatti, Gian Paolo Zuccarello con lo splendore che lo contraddistingue ci porta nella Parigi anni ’50 e ci propone “Madeleine”. La Collezione Haute Couture F/W 2018-19 prende ispirazione da una fascinosa ballerina spagnola del Moulin Rouge. Acclamata ed ammirata di notte desidera che dello stesso bagliore risplenda anche durante il giorno mentre passeggia per i boulevard. La musa Madeleine, anche ad AltaRoma, indossa creazioni sartoriali che ne esaltano la bellezza e la femminilità, strette nel punto vita e laudative nell’eleganza degli scolli. L’affascinante donna concepita da Zuccarello ama essere protagonista ama essere protagonista con piume e cappelli, osa nei contrasti con colori forti e decisi (fondamentale l’accostamento cromatico concepito dal designer viola-verde, giallo- bero, rosso-rosa, blu-ceruleo che porta dentro la metafora del giorno e la notte nella vita di Madeline), veste solo tessuti pregiati, in fibre naturali, come il cachemire puro, velluti di seta, mikado di seta, chiffon, pizzi, cristalli e paillette.
Si abbandona Parigi per compiere un salto spazio-temporale. Asia Neri by Irene Mattei apre la finestra della moda al XVII secolo spagnolo. Dettagli che sanciscono la collezione come un sistema culturale di significati. La complessità degli intrecci, la vistosità dei decori e la volontà di far divenire l’accessorio stesso parte dell’abito offrono regalità all’intera collezione. Il verdugale diventa così sovrastruttura e abbandona il suo spazio predefinito. Il corsetto non offre austerità e rigidità alla figura femminile bensì ne dona modernità e valorizzazione dei punti forte. Cappotti e cappe, in velluto, broccati e damascati sono arricchiti da frange. La seta è il tessuto principe nelle nuance del rosso (omaggio alla Spagna), del blu intenso, dell’oro, del bianco e dell’argento. Il ricamo d’oro è il file rouge della collezione.
Per giungere al terzo quadro, si intraprende la traversata dell’Oceano Atlantico, fino a baciare la terra brasiliana madre di Aline Oliveira. La donna in passerella è briosa, coraggiosa e colorata: lo specchio degli anni ’80. Torna il trend, grazie alla Collezione di Alta Moda F/W 2018-19, della vita alta, delle spalle esagerate, delle pieghe, dei drappeggi e delle maniche bombate. Un inno alla gioia sia nella versione da giorno che in quella da sera. Si tratta di un plauso alla rivalsa della figura della donna che con estrosità e originalità puntava, ieri come oggi, a conquistare il mondo del lavoro. Emerge la donna con un nuovo ruolo, quello di lavoratrice, sottolineato anche dall’utilizzo di colori sgargianti e decisi come il viola, il lilla, il rosso, il bordeaux declinati nel cashmere, nel velluto e nella lana rasata. Gran finale con i voluminosi abiti da sera realizzati con tripla e cangiante organza, il cady di seta e preziosi ricami Swarovski.
Un moto rivoluzionario è quello offerto dalla donna di Antudo by Andy Leone, per la prima volta ad AltaRoma. Dai Vespri siciliani alla contemporaneità passando per un acronimo, per il profondo concetto di identità isolana e per i moti antiborbonici. Difatti la collezione The Lost Beauty racconta la storia dal punto di vista dei vinti. Strizza l’occhio alla denuncia e alla volontà di rivalsa del Mezzogiorno. Uno stile nippo-siciliano sposa la semplicità delle linee con i ricami simbolo dell’analisi identitaria siciliana in un parallelismo cromatico delle rispettive bandiere. Applicati in giallo sugli abiti i “denari”, il più prezioso dei quattro semi delle carte siciliane, simboleggiano la ricchezza e la prosperità, quelli in rosso invece il sangue versato, gli eccidi e i massacri, le cause di depauperazione in quella che non è la Terra di nessuno. La donna di Antudo è orgogliosa e piena di grinta; indossa abiti in tessuti naturali (seta, organza, cotone e viscosa), è impreziosita dai gioielli Antudo by GC Gaia Italian Handmade Jewellery.
Siciliano anche il penultimo stilista che ha illuminato di nera opalescenza, con le sue creazioni, il varco del Chiostro dell’Angelicum: Dàvorin Cordone. “Empowering Beauty” è la sua prima capsule collection. Dieci creazioni sartoriali si tramutano nell’emblema della potenza della donna. Porta in passerella il femmineo che è da contemplare, positivamente temere e al contempo auspicare di essere. Il nero regala la volontà della rivalsa per la donna incatenata ai pregiudizi nel corso dei secoli. Le piume e i ricami in Swarovski sottolineano la magnificenza della donna in quanto tale. È un’ode al “dark side” muliebre fatto di velluti, organze, pizzi, ricami, plissé e cristalli. Un’eleganza per i red carpet.
A concludere Cinzia Malvini presenta Sosud Ouverture, progetto concepito dalle sorelle Alessandra e Roberta Carrozzo, acquisito in licenza dalla All In One Fashion Ltd e portato ad AltaRoma dal talentuoso Mario Costantino Triolo. Il Sud è il cuore pulsante di questa collezione: fonte di eterna ispirazione in sospeso tra le bellezze naturali del Salento e le sue città barocche. Penetra profondamente oltre le radici concettuali della tradizione e rivisita, grazie a tessuti fluenti e ad una super estensione delle linee, la contemporaneità della donna poiché, a suo modo di vedere, il concetto di alta moda non è da intendersi solo nella versione serale. Tre felpe oversize, pezzi unici, con pregiati e scintillanti ghirigori vengono accostate su gonne in chiffon dal diametro di 5 metri: evidente il contrasto dei pesi tessili e la volontà di giocare con le antitesi. Inoltre, gli abiti con effetti stampati tie-dye in fucsia richiamano la buganvillee e, nelle tonalità del blu, i colori del mare. Gli accattivanti tessuti in batik con fenici e fiori enfatizzano la serie di abiti presentati. Le decorazioni, interamente ricamate a mano, sono un omaggio al barocco salentino, trasposizione delle linee architettoniche curve di chiese e palazzi nobili.
Photo Pietro Piacenti.