un mondo dark metropolitano dove gli abiti sono il completamento di una personalità forte per uomini e donne. Arriva dalla Russia ma parla al tutto il globo la moda di Alex Krown, giovane stilista di Novosibirsk, in Siberia, terza città russa dopo Mosca e San Pietroburgo. Il creativo che indossa i suoi capi ed è egli stesso testimonial delle sue creazioni, disegna un total look audace, fatto per essere ricordato, con abiti scolpiti su corpi allenati e aggressivi. Una moda senza mezzi termini che ha spopolato in patria e che ha fatto scalpore all’ultima Milano Fashion Week 2024.


Alex raccontaci il tuo percorso dalla Russia alle passerelle.
Sono nato e cresciuto in Russia, nella città di Novosibirsk, in una famiglia normale, ma ho sempre desiderato vestirmi bene e in modo costoso, i miei genitori potevano permettersi di comprarmi i vestiti solo ai mercati. A quei tempi, erano gli anni 90, erano famosi i marchi come Versace, Armani, Gucci. Per noi che vivevamo la transizione dal comunismo era qualcosa di irraggiungibile ed era proibito persino sognare di indossare quegli abiti, perché costavano troppo.
Che tipo eri tu da adolescente?
Ero molto capriccioso a scegliere i vestiti, giravamo con la mia madre a lungo per il mercato e lei diceva spesso: – Beh, certo, tu vuoi Versace! Sapevo che da grande avrei fatto di tutto per potermi permettermi di acquistare tutti questi marchi. E quando sono cresciuto e ho comprato i primi vestiti con l’etichetta “Milano”, è stata una sensazione speciale di vittoria.

Cosa pensi quando ti guardi indietro?
Devo confessare che a quei tempi ancora non pensavo che un giorno avrei creato un mio brand di abbigliamento “Alex Krown”, che avrei sfilato a Milano al fashion show Internazionale Promenade della Moda. Ho fatto molta strada prima di diventare quello che sono adesso, ho fatto tantissime cose, ho lavorato nei diversi ambiti di business, ma sono sempre stato una persona creativa. Così pian pianino ho iniziato cucire qualcosa per me, alla gente piaceva molto e tutti mi dicevano: perché non inizi a vendere? A quei tempi, io e un socio avevamo un’azienda di nutrizione sportiva, ma ero molto preoccupato e insoddisfatto, mi sono reso conto che ero fuori da quello che mi piaceva, e a un certo punto, quando tutto è diventato completamente insopportabile, ho deciso di creare il mio marchio di abbigliamento.
Come sei partito dal punto di vista del business?
Con il mio amico abbiamo litigato, l’azienda di nutrizione sportiva è fallita e mi erano rimasti solo 5mila euro, quindi ho investito gli ultimi soldi che avevo. Nel giro di poco tempo ho cominciato vendere, la gente apprezzava quello che facevo. Adesso ho 38 anni e capisco che da tanti anni desideravo intraprendere proprio questa strada che la vita mi stava preparando.
La cosa che colpisce della tua moda è che i tuoi abiti sembrano fatti apposta per te. Come ti senti a indossare e promuovere una tua creazione?
Realizzo tutti i miei vestiti esclusivamente con il cuore e chi li acquista deve capire che questo non è solo commercio, qui c’è un pezzo della mia anima. Non compro mai vestiti di altri brand, ma indosso solo i miei. Penso che se una persona produce vestiti ma indossa quelli di qualcun altro, allora non crede in quello che sta facendo. Forse per questo tutti pensano che sono fatti apposta per me.

In un vestito della collezione a Milano c’era scritto No Rules. Quali sono le regole che vuoi abbattere?
“No Rules” è un argomento dolente, spesso da me arrivano i clienti che non hanno mai indossato questo stile, ma vogliono provare, dicendo: cosa penserà la gente, è giusto vestirsi così? Ecco perché dico sempre che non ci sono regole nell’abbigliamento, esiste solo il tuo mondo interiore e il modo in cui sei pronto a trasmetterlo agli altri. È necessario infrangere le regole stabilite dalla società, penso che questo sia l’unico modo in cui si possa fare arte.
La collezione presentata ha degli elementi punk e dark ma tu hai detto che è futurismo: come si mettono assieme queste due anime?
Ho diverse direzioni: cyber punk, dark, post-apocalisse, futurismo. Credo che il cyber punk e la dark fashion si abbinano perfettamente, perché entrambi hanno l’asimmetria e multistrati, il cyber punk va a braccetto con il futurismo perché entrambi hanno le linee spezzate e asimmetriche. Probabilmente nelle mie collezioni non esiste un futurismo in forma pura, è un mix di elementi diversi.


Hai coltivato altre passioni, nel frattempo, per diventare quello che sei?
Quasi tutta la mia vita ho fatto tanto sport e continuo a farlo, penso che questa forza nell’attività professionale, in parte, me l’abbia data lo sport perché ogni piccolo sacrificio che facevo poi era un passo in avanti. Ora l’allenamento è diventato uno stile di vita. Mi piace essere in forma, perché sono il volto del mio brand.
Il tuo stile è molto metropolitano. Cosa ti ispirano le città?
Tra le città russe adoro tantissimo San Pietroburgo, è una delle città più storiche della Russia e più romantiche. Tra le città europee amo Milano, ma voglio girare tutta l’Italia, vorrei vedere Roma, Firenze, Napoli, la Sicilia. Ho il desiderio di imparare anche un po’ di italiano.

Cosa fai quando non lavori?
Mi piace molto viaggiare, cerco di farlo più spesso, ma per via di lavoro lo faccio una volta ogni sei mesi. Anche solo in macchina vado spesso ad Altai, a 800 km dalla mia città. Questo è un luogo storico ed energeticamente potente nel nostro Paese.
Hai un aspetto molto curato. Che immagine vuoi dare di te?
Mi piacciono molto i tatuaggi e penso che mi stiano molto bene. Infatti, il mio primo tatuaggio l’ho fatto sul collo, con le scritte: I am Your Idol, No rules e il mio anno di nascita. Mi piacciono anche i draghi e ho un drago sulla spalla e sul braccio.
Hai anche una passione per i meccanismi economici. Come ti sembra il fashion business oggi?
Nel nostro settore oggi c’è più concorrenza, ma allo stesso tempo ci sono molte più possibilità di promuovere il proprio brand. Molte risorse. Internet è un ottimo strumento per promuovere qualsiasi cosa. Pertanto, la moda oggi ha completamente ampliato i suoi confini, puoi incarnare le idee più folli e mostrarle alla società. E la società sta aspettando queste idee folli, perché ora c’è una generazione diversa, una generazione pronta per gli esperimenti.
Perché vuoi tornare a Milano nella prossima fashion week? Cosa vuoi fare?
Milano mi ha ispirato molto. Ho camminato lungo per le strade e osservato le persone, come erano vestite, come “portavano” questi vestiti ed è stato fantastico. Questo succede perché ci sono molte persone eleganti e vestite con gusto. Non solo i giovani, ma ho visto anche i signori anziani e ho notato con quanta eleganza e gusto portavano i vestiti. Osservandoli, mi veniva la pelle d’oca, volevo persino avvicinarmi a loro e fare una foto insieme. Adesso il mio sogno è di stabilire un legame con Milano, pianifico di esporre la mia collezione in uno showroom, organizzare shooting di street style durante settimana della moda a settembre 2024. Ovviamente non mi fermerò qui.



Chi è il tuo riferimento nella moda e chi è il riferimento nella vita?
Sinceramente non mi piace crearmi idoli e non ne ho. Ma mi piace davvero quello che stanno facendo nella moda adesso marchi come Dolce&Gabbana, Balenciaga e Rick Owens. In genere mi piace il loro concetto di presentazione del lavoro.
