Creatività esplosiva, abbinamenti e realizzazioni che sfidano le regole del gioco della moda. L’Accademia del Lusso, celebre scuola milanese di fashion design, ha mandato in passerella le creazioni dei suoi alunni dell’anno 2022 e il risultato è stato davvero sbalorditivo. Avranno vita questi capi e accessori al di fuori della passerella? Probabilmente no, ma bisogna ringraziare questi studenti perché hanno saputo fare quello che da anni nessuno fa: osare.
Nel generoso spazio del co-working Talent Garden Calabiana di Milano, in zona Fondazione Prada, hanno sfilato le creazioni degli stilisti in erba chiamati a cimentarsi su tre fronti: lo sfondo anche grafico studiato per trasmettere il mood del metaverso, il concept ‘Arcadia’ luogo ideale, e il fil rouge “no wasteland” che ha imposto il riciclo creativo.
Giampiero Mele, direttore didattico di Accademia del Lusso ha raccontato che la scelta dell’Arcadia come titolo all’iniziativa è per “rappresentare un mondo ideale in cui metaverso, gender+ e upcycling sono co-presenti. Il tema raccoglie il riciclo, il gender fluid e l’estensione della realtà racchiuso in un mondo ideale”.
A ben guardare il logo della sfilata (foto di apertura servizio) l’immagine è una sorta di buco della serratura nel quale si guarda per scoprire questo mondo ideale. A completare l’immersione nel talento degli alunni Accademia del Lusso, una fantasiosa e robotica installazione nella sala adiacente il défilé e la scultura di The Legend Artists, legata ai temi della vita contemporanea.
Un fashion show inusuale, dunque, con la musica “riciclata” e attualizzata dagli anni Ottanta a oggi scelta dalla astuta Cori Amenta che ha reso il tutto molto memorabile. “No wasteland” è la città dove non si butta via nulla e all’Accademia del Lusso hanno insegnato ai ragazzi il concetto di recycling (riciclo di tessuti e indumenti) e upcycling (rigenerazione di capi esistenti). A relazionarsi con i creativi in questo campo c’è stata Humana Vintage, un’azienda di raccolta di abiti usati, leader in Italia e in Europa con diversi punti vendita.
L’esposizione ha ospitato anche la scultura totem, ‘The Prison_4 – Water di The legend Artists’ di Riccardo Gaffuri e Michele Penna, raffigurante uno smartphone a scala umana. La “prigionia” dell’oggetto tecnologico ha indotto varie riflessioni, oltre che stimolato selfie in quanto opera gradevole esteticamente e ben inserita nell’allestimento da night club che era stato preparato.
E visto che il claim dell’istituzione di formazione è “We create the trend”, ci si augura che il confronto tra giovani generazioni e temi quali l’uso consapevole di materiali e tecnologia sia davvero il big issue dei prossimi anni.