Ho sempre pensato che fosse la persona a rendere speciale la cucina. Così quando ho saputo che la chef Oriana Tirabassi era approdata nel cuore di Roma al rinnovato Aleph Rome Hotel, l’elegante proprietà dell’esclusivo brand Curio Collection by Hilton, ero molto incuriosita.
Poi è arrivata l’occasione: per il debutto dei nuovi menù curati da Oriana ho potuto assaggiare in anteprima per The Way Magazine quello che questo talento cosmopolita ha pensato per la clientela che passa qui in cerca di Dolce Vita.
Siamo arrivati in una magnifica giornata di sole autunnale alla location a due passi da via Veneto e ci hanno fatto accomodare in terrazza dove c’è un ambiente che riprende il mood di una trattoria tipica romana. Quando è uscita lei, la nuova executive chef, ho capito che sarebbe stata una giornata speciale. Con il suo sorriso, le sue parole e l’accoglienza che ci ha riservato, Oriana Tirabassi ha portato tra di noi davvero una boccata d’arie fresca.
Sul tavolo ci attendeva già una pagnottella fatta a mano personalizzata: pane romano con aroma di cacio e pepe, un richiamo ai pani giapponesi con tradizione ben salda nella romanità.
Ci ha preparato per iniziare il suo forte, un piatto con tonno, seppia e il budino di triglia, che riprende nella forma e nella tecnica un tipico piatto asiatico – una sorta di pudding di sushi, ripieno di vegetali. Si vede la sua maestria nel taglio e nel dettaglio, e anche l’accostamento con la colatura di alici italiana è una raffinatezza unica.
Mi è dispiaciuto non aver potuto toccare il raviolo, perché sono allergica ai gamberi, nonostante quelli rossi di Mazara so essere una vera prelibatezza italiana. Molto particolare il filetto di cervo, polvere di caffé, pepe nero, finocchio, melograno, quinoa. E il meglio alla fine: una creazione al cioccolato davvero divina. Chiunque mi conosce sa che pur essendo una cake designer non ho molto feeling col cioccolato ma Oriana mi ha sorpreso. Torta al cioccolato Valrhona con caramello è il mio nuovo must!
Da australiana che vive a Roma non vedo l’ora di tornare su questa magnifica terrazza e portarci i miei parenti in visita. Quel dolce sarà sicuramente il ricordo che rincorrerò nelle mie esperienze future all’Aleph.
Penso sia stato liberatorio conoscere Oriana, perché esprime molto calore non solo con i suoi piatti, ma anche con la sua presenza. E per interpretare ciò che cucina è davvero interessante stare a sentire come prepara le pietanze, in linea con lo stile dell’albergo, proteso tra tradizione, innovazione e ricerca.
Oriana sta cercando l’equilibrio tra la grande cucina italiana e le influenze orientali. E ci riesce bene. Mi ha detto di essere nata a San Benedetto del Tronto e dopo alcune esperienze di ristorazione in Italia, di essersi trasferita 10 anni fa in Asia, lavorando in India, in Indonesia e Thailandia, per poi approdare in Giappone. Lavorare nell’orto con la nonna da piccola e scoprire l’alta cucina orientale, in qualche modo, l’hanno formata in maniera unica.
Sono uscita riflettendo: Roma è una città magica, ha riportato in Italia Oriana, un po’ come ha riportato me, figlia di un italiano in Australia che non ha mai dimenticato la sua patria.