18 Aprile 2020

Vico Magistretti, 100 anni di genialità e un archivio virtuale

Disponibile per tutti la ricchezza del patrimonio documentale e progettuale che la Fondazione conserva.

18 Aprile 2020

Vico Magistretti, 100 anni di genialità e un archivio virtuale

Disponibile per tutti la ricchezza del patrimonio documentale e progettuale che la Fondazione conserva.

18 Aprile 2020

Vico Magistretti, 100 anni di genialità e un archivio virtuale

Disponibile per tutti la ricchezza del patrimonio documentale e progettuale che la Fondazione conserva.

Dovevano essere mesi di celebrazione negli istituti italiani di cultura in tutto il mondo. Ma per Vico Magistretti, uno dei padri dell’architettura italiana, sarà un anno di ricordi digitali. Il 2020 segna i 100 anni dalla nascita della gloriosa firma del design made in Italy e la ricorrenza è celebrata anzitutto con il lancio dell’archivio sul sito Internet. 

I tributi e i ricordi sono in questo periodo prevalentemente online. Per la Fondazione studio museo Vico Magistretti a Milano è l’occasione per organizzare iniziative intorno alla figura dell’architetto e designer. Schizzi, disegni, planimetrie, relazioni di progetto, brevetti, fotografie, articoli di riviste, cataloghi, poca corrispondenza: queste sono le fonti archivistiche che raccontano tutta la vita professionale di Vico Magistretti, dal 1946, quando giovane laureato subentrò al padre nello studio di via Conservatorio, a Milano, al 2006, anno della sua morte.

Ritratto di Vico Magistretti © Fondazione studio museo Vico Magistretti.

Il primo importante appuntamento riguarda il lancio online (in italiano e inglese) dell’archivio Studio Magistretti digitale: più di 30.000 tra disegni e documenti consultabili, oltre 450 progetti presentati, 10 percorsi di ricerca all’interno del patrimonio dell’archivio, mappa geolocalizzata delle architetture.

Il portale quindi accoglie schizzi, disegni, planimetrie, relazioni di progetto, brevetti, fotografie, articoli di riviste, cataloghi, poca corrispondenza; e ancora oltre 400 schede storico-critiche dedicate ad altrettanti progetti di architettura e design, realizzati e non.

“L’oggetto appartiene alla sua vita”, dice Vico Magistretti. E qual è la vita di letti, cucine, sedie e lampade? Siamo noi a plasmare la loro esistenza. Ai prodotti disegnati da Magistretti per le aziende partner della Fondazione si accompagnano così alcune declinazioni degli infiniti casi del nostro rapporto tra biologicamente dato, culturalmente costruito e storicamente determinato.

Si è inaugurata realmente, invece, visto che era febbraio, all’Istituto Italiano di Cultura di Stoccolma la mostra creata dalla Fondazione Magistretti per portare nel mondo il grande architetto designer nel centenario della sua nascita. L’esposizione è un modo per ripensare il legame profondo che ci unisce a cose quotidiane e alle pratiche – dal dormire al cucinare, dal vincere l’oscurità al riposare – di cui gli oggetti sono un mezzo e talvolta l’ombra.

All’allestimento, realizzato nell’edificio progettato a Stoccolma da Gio Ponti, ha partecipato Mobel Museet prestando alcuni pezzi storici della produzione di Vico Magistretti e Duilio Forte che ne ha curato l’esposizione. Daniel Golling, curatore di ArkDes, museo nazionale svedese per l’architettura e design, ha coinvolto quattro prestigiosi studi di design (Mia Cullin, Thomas Sandell, Matti Klenell, Halleroed studio) ciascuno dei quali ha esposto un progetto con cui rendere omaggio all’eredità progettuale di Magistretti.

LA PRODUZIONE – La produzione di Vico Magistretti comprende da una parte l’architettura con i disegni, le fotografie, le relazioni di progetto di case e palazzi, dall’altra il design con gli schizzi e i cataloghi di prodotti divenuti icone dell’Italian Design. Da una parte c’è il racconto di un’architettura fortemente ancorata al tessuto urbano e al territorio – inteso anche come contesto storico e culturale – che ha raggiunto livelli di eccellenza non solo nella definizione della forma e dello spazio ma soprattutto per aver dimostrato un’attenzione particolare nei confronti dei materiali, dei dettagli costruttivi e quindi in ultima analisi per gli aspetti tecnico-costruttivi dell’architettura.

Il suo design è stato alimentato anche dagli storici sodalizi professionali stretti con alcune delle più importanti aziende di design (tra queste Artemide, Cassina, De Padova, Flou, Oluce, Schiffini, che sono anche partner della Fondazione) lungo un arco di oltre cinquant’anni, durante i quali ha disegnato alcuni tra i prodotti più significativi della produzione del mobile di serie: sedie, lampade, tavoli, letti, cucine, armadi, librerie, oggetti ripensati nell’uso e nelle forme, attraverso quell’elegante gioco di ridisegno tipologico che è sempre stata la sua firma.

 

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