Istituito nel 1954, il Premio Compasso d’Oro ADI è il più antico ma soprattutto il più autorevole premio mondiale di design, nato da un’idea di Gio Ponti. Oggi all’interno degli spazi del nuovo ADI Design Museum, Milano ha vissuto una giornata epocale, visto che si sono assegnati i Compasso d’Oro 2020 e si è inaugurato il museo con la storia del premio (via Ceresio 7). Dei 18 premi assegnati, molti hanno a che fare con l’ingegno, la tecnologia coniugata al rispetto ambientale, e all’eredità che gli italiani hanno la fortuna di condividere. Il museo, per il momento aperto brevemente, in attesa del rilancio a novembre, è stato teatro di una cerimonia sobria e unica. Stamattina, tra gli altri, è stato assegnato alla Benefit Company “Pieces of Venice” il XXVI Compasso d’Oro nella categoria “Design per il sociale”. Tra i parametri di valutazione, oltre all’originalità, l’innovazione funzionale e tipologica, i materiali impiegati, la giuria ha individuato anche il rispetto ambientale, il valore pubblico e sociale, l’interazione e il design for all. Luciano Marson e Karin Friebel, uniti nella vita e nella volontà di trasferire in azienda l’amore per Venezia, con questo prestigioso premio vedono riconosciuto il valore del progetto da loro ideato e sviluppato: Pieces of Venice. “Il mio background di imprenditore attento alla bellezza ha influenzato tantissimo l’intero progetto: ho chiamato a raccolta amici designer, con i quali non avevo mai direttamente collaborato, che hanno colto immediatamente lo spirito e l’obiettivo di Pieces of Venice dando il loro prezioso contributo. È stato stimolante coordinare il loro lavoro e percepire quanta genuina passione e competenza mettessero a servizio di questa piccola grande impresa.” – Luciano Marson. |
L’eclettico architetto designer Francesco Lucchese ha conquistato il prestigioso riconoscimento con l’innovativa cappa Spazio per Falmec e la Menzione d’Onore per LifeSteel®, il miscelatore eco per Fir Italia.
Era successo solo nel 2014: una Ferrari si aggiudica il Compasso d’Oro, un riconoscimento che è toccato solo a una decina di macchine in mezzo secolo. Oggi è stato il turno della Ferrari Monza SP1 per “la sua capacità di proiettarsi nel futuro facendo tesoro della memoria e senza cadere nel vintage”.