Memphis a Milano e la Fondazione Giorgio Cini a Venezia celebrano il genio del design Ettore Sottsass quest’anno.
Siamo infatti a 100 anni dalla nascita e a 10 dalla morte di uno dei maestri indiscussi dell’arredo italiano, e il successo della mostra alla Galleria Post Design “Less is Less, Sottsass and Memphis” testimonia quanto ancora sia celebrato l’estro creativo di Sottsass, architetto nato a Innsbruck ma formatosi al Politecnico di Torino. Il designer è stato uno dei più influenti del secondo scorso, protagonista di molto movimenti “radicali” dagli anni Settanta agli Ottanta. Nel 1981 fondò il Gruppo Memphis, un collettivo che cambiò lo scenario del design italiano, che riprendeva il nome da un verso di una canzone di Bob Dylan, “Stuck inside of Mobile with the Memphis Blues again”.
Dopo aver vinto il Compasso d’Oro nel 1959 passò alla storia per la creazione per Olivetti di Valentina, il primo laptop del gigante italiano dei computer. Famose anche le sue collaborazioni con brand di moda: Christian Dior, Missoni e Karl Legerfeld. Dal 1997 Sottsass si dedicò al brand Post Design, che si basava su sorprendenti e singolari oggetti di design colorati ed eccentrici.
A Venezia, fino al 30 luglio, nell’isola di San Giorgio Maggiore, è possibile visitare la mostra Ettore Sottsass: The Glass curata da Luca Massimo Barbero, in cui le Stanze del vetro rivelano la sua colorata produzione di vetri e cristalli. In tutto 220 pezzi di vera arte d’arredo, in gran parte provenienti dalla collezione di Ernest Mourmans, molti dei quali mai esposti al pubblico, secondo un allestimento innovativo disegnato da Annabelle Selldorf. Barbero è direttore dell’istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini.
LE STANZE DEL VETRO è un debutto assoluto: è infatti la prima volta che viene realizzata una mostra interamente dedicata alla produzione dell’architetto italiano nel campo dei vetri e dei cristalli. “I vetri di Sottsass sono organismi complessi, disegnati come se fossero dei personaggi – spiega il curatore della mostra Luca Massimo Barbero – l’architetto-artista spezza i confini tecnici degli oggetti con l’intrusione di materiali come vetro, plastica, policarbonato, vivificandoli. Sono delle presenze composte da più elementi che parlano tanto di un mondo vivo, quanto di un mondo immaginato”.