Dietro il marchio Gioara, brand che lavora il vetro in versione art-design, c’è un duo creativo torinese formato da Giorgio Gros e Chiara Ferraris.
Sono assieme in questa impresa da solo un anno e noi li abbiamo scoperti grazie ad alcune incredibili immagini postate su Instagram. A Torino, Gioara si è specializzata nella lavorazione di oggetti di design in vetro con tecniche modernissime che permettono l’utilizzo di questo materiale anche in situazioni che solitamente non associamo al vetro. Su tutto, la bellezza assoluta di queste creazioni che vi mostriamo nella nostra gallery. Piastrelle, tavoli, sefute di tutti i tipi, decorazioni da interior design.
“Io e Chiara ci siamo conosciuti tre anni fa grazie a un maestro di sci – ci dice Giorgio, che è figlio del celeberrimo campione di sci alpino Piero Gros – lei aveva un laboratorio come artista del vetro. Il lavoro della fusione del vetro che solitamente si associa a Murano è un po’ di tutta Italia. Gli oggetti e i complementi d’arredo che facciamo sono la soluzione creativa ed originale per la personalizzazione degli ambienti“.
Giorgio spiega: “In realtà il vetro non ha limiti di utilizzo, l’unica cosa che ferma è l’idea di materiale fragile comunemente diffusa“.
Chiara ha messo ha disposizione il suo know-how per fare un salto di business: “Sono un’amante del vetro. Ho condiviso il mio spazio vitale ed il mio lavoro perché voglio che l’atelier in cui sono cresciuta sia l’incubatrice per Gioara, un nuovo e giovane gruppo di lavoro“.
La Vetreria Artistica Chiara Ferraris attiva dal 2000 si è trasformata da piccolo atelier a luogo di ottimizzazione della produzione di un materiale antichissimo.
I due creativi si avvalgono delle maestranze del luogo che garantiscono standard qualitativi eccellenti e puntano su ricerca e sperimentazione di tecnologie innovative e nuovi materiali da abbinare al vetro. Le creazioni hanno così un grande appeal su un pubblico molto diverso. Abbiamo appena saputo che la Fondazione ADPLOG di Alessandro Del Piero ha commissionato per l’esposizione nei giorni di Artissima a Torino, la presenza delle lampade di vetro Gioara. Il marchio ha introdotto la stampa digitale su vetro, che permette di realizzare personalizzazioni grafiche e fotografiche di ogni genere, personalizzando l’opera.
Giorgio Gros da entusiasta reinventore di se stesso, ci dice: “Sono un entusiasta che ama le belle cose. La trasparenza del vetro ha permesso di far emergere il lato più emozionale e creativo che c’è in me. Per esempio, l’innovazione ci ha permesso la realizzazione di una piastrella che davanti resiste alle martellate. Usiamo le nanotecnologie per adoperare sofisticati metodi di produzioni che ci permettono di creare box doccia o tavolo“.
Ogni imperfezione è da considerarsi un pregio nei pezzi Gioara in quanto ogni oggetto è unico e realizzato artigianalmente.
L’azienda, che impiega anche un team di giovani dal Politecnico di Torino che a turno fa esperienza materiale in loco, ha stretto contatti con le più grandi realtà italiane ed estere. La nota casa automobilistica tedesca BMW ha commissionato lo studio di un oggetto di design in vetrofusione logato BMW per gli Special Clients, che richiama un volante.
Per Maserati Gioara ha studiato una linea di oggetti di design e di complementi d’arredo per uffici. Alla casa auto è dedicata una versione delle Ski Lamp (brevettate nel 2014). La possibilità di realizzazione di lampade in vetro ha stregato anche una leggenda vivente del design, Karim Rashid che ha commissionato a Gioara la realizzazioni di oggetti unici. “E pensare che tutto è nato quando ho chiesto a Chiara – dice Giorgio – di fare un regalo in vetro per i 70 anni di mio padre. Lei ha realizzato degli sci di design da esposizione completamente in vetro. E ovviamente lui ha gradito molto“.
Il futuro di Gioara prevede sempre più commistione tra creatività e tecnologia: “Stiamo lavorando a una chaise longue con un piano di vetro riscaldante dotata di termostato. Anche quella riuscirema a personalizzare. Perché secondo me il futuro del design è sempre più il pezzo unico“.
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