Giulio Iacchetti è da poco diventato art director di Ebanisteria Meccanica, una realtà sarda del 1930, molto legata al territorio italiano (e sardo, ovviamente!).
Dal 2020, quindi, Ebanisteria Meccanica con il designer Giulio Iacchetti realizza alcuni prodotti dedicati alla Sardegna e alle sue tradizioni più apprezzate. Ha dato vita già ad un prodotto molto interessante e iconico, si tratta di uno specchio multifunzionale che si chiama Boès perché ispirato al carnevale sardo.
“Lo specchio Boès è il mio primo progetto per Ebanisteria Meccanica – racconta Giulio Iacchetti – . Con Diego Moretti (a capo dell’azienda) mi ero confrontato sulla possibilità di evocare, nel nostro lavoro, valori e simboli tipici della Sardegna. Il carnevale di Ottana, nel Nuorese, è diventato paradigmatico di valori che in Sardegna si vivono da sempre, ovvero il rapporto ancestrale tra uomo, animale e natura. Nel carnevale di Ottana uomini travestiti da buoi si assoggettano a uomini mascherati vestiti con pelli di pecora (imerdules). Il rito dell’addomesticamento rivive ogni anno ed è diventato esso stesso un simbolo della Sardegna. Le maschere del carnevale, con le lunghe corna, vengono poi riposte appese al muro. E spesso mi è capitato di vederle nelle case sarde che ho frequentato. Dalla loro osservazione è scaturita l’idea di realizzare uno specchio: alle sue estremità superiori è possibile appendere abiti e cappelli, dietro lo specchio è celato un piccolo vano svuotatasche, all’anello in acciaio che attraversa le narici del bue è possibile appendere il guinzaglio per l’uscita con il cane, o un ombrello. L’idea sottesa è che specchiandoci, ognuno di noi si “maschera” da boes, per un solo istante diventiamo noi stessi animali, in un gioco di rimandi che, sul filo dell’ironia, ci accompagna in un viaggio intenso e genuino nei valori umani e artigiani della Sardegna”.
Tra le realtà in prima linea per salvare il prezioso lavoro dell’artigianato, Ebanisteria Meccanica dà corpo a una visione che il titolare, Diego Moretti, insegue da tantissimo tempo: tornare a vedere tanti maestri che lavorano dietro i loro banchi da falegname, nella migliore tradizione artigianale della sua terra di origine, la Sardegna. In questa mission, Ebanisteria Meccanica si affida alla creatività di Giulio Iacchetti e insieme presentano alcuni nuovi prodotti con una forte impronta sarda, un tratto distintivo ben riconoscibile in ogni singolo elemento. La nuova era di Ebanisteria Meccanica parte proprio da qui, dalla Sardegna e dalle sue origini, da quel territorio da sogno in cui affondano da sempre le radici del brand, su spinta e nello spiritodella neonata partnership con Giulio Iacchetti, che seguirà il brand sassarese anche come Art Director per altre nuove realizzazioni.
Il primo di una serie di progetti by Iacchetti è lo specchio svuotatasche Boès, ispirato a una delle maschere più note del Carnevale sardo, ed è stato ideato con lo scopo di recuperare quei valori tradizionali che, pur continuando a vivere nelle fibre di ogni creazione precedente, risultavano quasi nascosti, o non perfettamente evidenti.
“Ciò che mi ha colpito di Ebanisteria Meccanica, prima di ogni altra cosa, è il suo nome, che trovo di una modernità davvero straordinaria –dichiara Giulio Iacchetti; –Nel progetto di Ebanisteria Meccanica vedo sicuramente le potenzialità per creare un ponte tra passato e presente, recuperando le piccole storie della Sardegna e il suo grande patrimonio artigianale, la cui essenza è racchiusa nei piccoli borghi. La Sardegna esprime una grande quantità di simboli, di archetipi e di materiali unici, e rappresenta senz’altro un meraviglioso territorio progettuale da esplorare insieme a Ebanisteria Meccanica. Con questi prodotti proponiamo un ritorno a una dimensione locale: l’intento è quello di recuperare l’intero immaginario culturale sardo, che può dialogare facilmente con tutta l’Italia e con il mondo intero. A rendere davvero unica la nostra proposta sarà proprio la volontà di scavare negli argomenti più iconici della tradizionesarda, in tutti quegli elementi dal gran potere immaginifico che scaldano ogni cuore”.
Se nel folclore sardo i Boèse i Merdulès simboleggiano il confronto tra l’istinto primordiale e la ragione, nello specchio Boès sembra rivivere quel dialogo tra forma e sostanza che, dal 1931 ad oggi, ha caratterizzato con successo ogni singola creazione di Ebanisteria Meccanica. Il primo, storico laboratorio di falegnameria venne aperto a Sassari da Diego Moretti, allievo dello storico mobilificio sassarese dei Fratelli Clemente e nonno dell’attuale titolare, e la tradizione di famiglia venne successivamente portata avanti dal figlio, Antonio Moretti, per poi continuare fino ai giorni nostri con le innovazioni apportate da Diego Moretti, che porta lo stesso nome del nonno. Anche negli altri prodotti, peraltro, l’estetica e la sostanza si mescolano continuamente, senza interruzioni, dando vita a creazioni capaci di combinare eleganza e sobrietà, funzionalità e design.
Diego Moretti “Junior” viene introdotto in bottega sin da bambino, e non ha mai abbandonato il mestiere. Nel 2003 gli viene proposto di realizzare uno scafo, che l’anno successivo vincerà il premio di barca più bella del Gran Pavois de La Rochelle, fiera internazionale della vela in Francia. Tra il 2006 e il 2007 realizza altre due imbarcazioni. Sull’onda di queste realizzazioni fonda il “Cantiere Moretti”, per la produzione non solo di barche ma anche di complementi d’arredo su misurae strutture in legno.
Nel 2012, dopo che la sua “Libreria ad Incastri” riceve la menzione speciale al Salone del Mobile di Milano, Diego Moretti decide di dare una nuova veste a Ebanisteria Meccanica, elevandola a simbolo di qualità della materia primae attenzione per il dettaglio. Oggi, Ebanisteria Meccanica si pone l’obiettivo di recuperare la tradizione artigianale, con manufatti di qualità realizzati con le tecniche, gli strumenti e il sapere di famiglia.
Diego Moretti riscopre il nome di Ebanisteria Meccanicagrazie alla libreria a incastri: l’intento è creare oggetti di Ebanisteria che abbiano anche principi meccanici al loro interno, come le meccaniche di serraggio nella libreria o il meccanismo dello schiaccianoci Aladino.Moretti ha operato una vera e propria rivisitazione del nome in chiave moderna, rimanendo tuttavia fedele ai principi originali e dando un nuovo significato anche al “gioco”, inteso comeingegno del progettista. Oggi Ebanisteria Meccanica è l’emblema del progetto realizzato con cura e passione e l’immagine di un brand che esalta l’oggetto ben disegnato, creato e rifinito a mano.