I percorsi luminosi di Davide Groppi lsi fondano tutti sulla luce sartoriale scelta ogni volta tenendo conto dell’opera, degli intenti dell’artista, del contesto in cui è immersa.
“Vestire di luce” un’opera d’arte in occasione di mostre o eventi è una grande responsabilità.
Grande è il rischio di falsificare, snaturare, alterare la giusta percezione dell’opera.
Una luce rispettosa dell’arte, che sappia far vibrare le corde più potenti dell’emozione. Un obiettivo da raggiungere attraverso l’equilibrio tra luce diretta e luce indiretta, la stretta relazione tra l’opera e il suo ambiente, la ricerca dell’essenziale, l’arte della sottrazione.
Una scommessa particolare è stata l’illuminazione dell’appartamento di Vittorio Emanuele II al Castello di Moncalieri nel 2017, dopo il gravissimo incendio che l’aveva gravemente danneggiato. Grazie a un sistema dinamico, con speciali lampade e totem per ambienti, si è cercato di raccontare la storia del luogo svelando al contempo sia il passato che il presente.
Quest’anno a St. Moritz per il progetto Nomad Circle, la fiera di design di gennaio, i visitatori sono stati accolti dalla luce di cinque ORIGINE che hanno illuminato il prospetto del palazzo in modo delicato e affascinante.
Le lampade ORIGINE sono idealmente dei sottilissimi fili d’erba che appaiono come figure misteriose e sofisticate nel paesaggio di St. Moritz.
È un progetto volutamente non invasivo, ma nello stesso tempo carico di personalità, sia di giorno che di notte.
Il progetto inedito Chlorophyll, lavoro dell’artista Simone Crestani in collaborazione con Davide Groppi, è stato presentato ed esposto dalla Galleria Volumnia tra gli spazi barocchi dell’edificio. La purezza della luce di Nulla farà vibrare la natura di vetro di Simone Crestani, generando un meraviglioso ed emozionante effetto.
La luce di una grande Moon introduce le persone all’interno della mostra tra gli accenti delle Nulla e delle TeTaTeT.
Photo credits: Fausto Mazza