4 Aprile 2019

C’è un Pratofiorito davanti a Eataly a Milano

Un giardino della biodiversità apparirà nella Design Week 2019 alle porte del Brera Design District. E ci sono anche momenti di divulgazione.

4 Aprile 2019

C’è un Pratofiorito davanti a Eataly a Milano

Un giardino della biodiversità apparirà nella Design Week 2019 alle porte del Brera Design District. E ci sono anche momenti di divulgazione.

4 Aprile 2019

C’è un Pratofiorito davanti a Eataly a Milano

Un giardino della biodiversità apparirà nella Design Week 2019 alle porte del Brera Design District. E ci sono anche momenti di divulgazione.

Un prato nel mezzo della zona più nuova e in vista di Milano è nato in questi giorni è darà il suo massimo nella settimana del Salone del Mobile. Pratofiorito è stato installato in città presso Eataly in Piazza XXIV Aprile, con il sostegno dell’assessore al Verde Pierfrancesco Maran e la collaborazione di tante realtà. Il progetto di giardino temporaneo ideato e promosso da Eataly Milano Smeraldo in collaborazione con Fondazione Slow Sood e il Politecnico di Milano e patrocinato dal Comune di Milano, sarà in essere fino a domenica 12 maggio 2019 per raccontare la biodiversità in città in maniera unica.

Pratofiorito è l’habitat per fiori e insetti all’interno di un contesto urbano, capaci con la loro biodiversità di combattere l’inquinamento generato dai trattamenti fitosanitari dell’agricoltura e dalle produzioni intensive e monospecifiche. Vi si trovano le piante più attraenti per le api come calendula, senape, lino, malva, coriandolo, selezionate dal progettista del verde Dario Valenti.

Andrea Guerra, presidente esecutivo di Eataly, dice che il progetto “porta uno spaccato di biodiversità nel centro di Milano  ospitando Bee the Future, creando un luogo bello e fruibile per tutti. All’interno del giardino sono presenti, oltre a un distributore di semi biologici dell’azienda Arcoiris, libere installazioni tematiche realizzate dagli studenti di architettura del Politecnico di Milano, che hanno l’obiettivo di raccontare e rendere visibile le dinamiche di un Pratofiorito urbano, del suo ciclo vitale e delle sue qualità”.

 

All’interno del progetto diverse iniziative e laboratori volti a sensibilizzare i cittadini milanesi sul tema. Durante la permanenza di Pratofiorito in piazza XXV Aprile, sono in programma laboratori didattici in collaborazione con l’azienda sementiera Arcoiris, la Fondazione Slow Food per la biodiversità e gli studenti di architettura del Politecnico di Milano, i quali da martedì 9 a domenica 14 aprile, durante la Milano Design Week 2019 (Pratofiorito è tra le cose da vedere nel Brera Design District), accompagnano i più curiosi alla scoperta di Pratofiorito mediante delle visite guidate. Non mancano poi momenti ludici dedicati ai bambini, come laboratori tematici e attività didattiche per far comprendere, fin da piccoli, l’importanza delle api e della biodiversità per la nostra vita quotidiana.

Davide Fabio Colaci, architetto e curatore di Pratofiorito, ha lavorato con i ragazzi del Politecnico di Milano alla realizzazione dell’installazione temporanea per parecchi mesi.

La creazione del prato insiste su un terreno con caratteristiche di leggerezza e penetrabilità, che offre alla città un prato di fiori e piante che stimolano la biodiversità urbana seguendo l’evolversi della primavera. Nasce così un luogo aperto alla città, composto da un terrapieno provvisorio modulato da una panca perimetrale con informazioni e contenuti didattici, e una piccola Arena protetta per reading e laboratori all’aperto.

stanti in quelle zone dove, a causa di metodi agricoli basati sull’alto rendimento dei terreni, sta scomparendo. “Il ruolo ecosistemico degli insetti impollinatori è ormai riconosciuto da anni, con una funzione specifica legata alla conservazione delle specie vegetali in natura e alla produzione della frutta e degli ortaggi. Il modello agricolo industriale sta mettendo a dura prova il mondo degli impollinatori, costituito da una grande quantità di specie di insetti diversi. Bee The Future rappresenta un modello virtuoso che vuole contribuire all’inversione di questo processo, intervenendo in aree a forte pressione agricola con il supporto di agricoltori consapevoli. Non basta, infatti, eliminare dal commercio alcuni dei più pericolosi principi attivi che causano la moria degli impollinatori, è necessario cambiare completamente modello produttivo e comprendere che solo attraverso la difesa della biodiversità, degli impollinatori e della fertilità del suolo si può parlare di un concreto approccio sostenibile nella produzione agricola“, afferma il Prof. Francesco Sottile, Docente dell’Università degli Studi di Palermo, Dipartimenti di Scienze Agrarie e Forestali.

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