
Francesco Librizzi, il più giovane degli 11 autori invitati a presentare la propria visione di spazio, fino al 12 settembre alla Triennale di Milano espone “D1”, ritenuta la prima stanza dell’uomo.
Librizzi, per Stanze. Altre filosofie dell’abitare (a cura di Beppe Finessi) ha architettato una stanza che racconta la scoperta dello spazio domestico: la rivelazione della linea che ci divide dalla natura, oltre la quale lo spazio non è più selvatico.
Ispirata alla casa mediterranea, la stanza di Francesco Librizzi è un ambiente vuoto, posizionato al centro, che fa da cardine a una serie di spazi satellite che gli orbitano attorno. Ci si sente come i primi uomini che scoprivano spazi nuovi e decidevano di stanziarsi nei luoghi appena rivelati davanti ai loro occhi.
In questo senso D1 è la “prima stanza dell’uomo”.
La creazione dello spazio
Ci sono tre recinti di colori diversi, un piano del tavolo con microarchitetture a celebrare il valore degli oggetti che scegliamo di portare con noi. La presenza di elementi strutturali a vista, mette in luce l’influenza che gli oggetti hanno nel determinare i campi di esercizio delle nostre azioni.
Realizzata da De Castelli, la sezione degli elementi metallici lascia trasparire le caratteristiche materiche dell’acciaio.
Gli oggetti sono realizzati da Emmemobili in ottone tagliati ad acqua, assemblati e saldati in argento. Le sedie reralizzate da Zanotta, per Francesco Librizzi dovrebbero esprimere la volontà di rimanere nella stanza. Da una parte riprendono l’immagine delle poltroncine di Vienna, dall’altra si rifanno all’interpretazione moderna delle sedute in tubolare di acciaio.
XXI Triennale International Exhibition
Palazzo dell’Arte, Milano
“21st Century. Design after Design”
2 aprile – 12 settembre 2016
Stanze. Altre filosofie dell’abitare