Valerio De Carolis è un digital creator innovativo e con la faccia giusta per questi anni di cambiamenti nel mondo della moda. A 22 anni, 4 passati a Milano immerso nel mondo del fashion, Valerio ha già accumulato molta esperienza. Exchange student negli Stati Uniti (ha visto Los Angeles e vissuto in Alabama, due facce diverse dell’America), viaggi di lavoro in giro per l’Italia a conoscere e promuovere brand, un tocco di spensierata allegria nella sua comunicazione e impegno leggero ma di stile nelle tematiche sociali. “Fin da quando ero bambino – ci racconta – mi è sempre stato insegnato che la diversità è ricchezza, non è mai un limite, che nel mondo non esistono solo il bianco e nero, ma migliaia di colori. Mi è stato insegnata l’importanza del dubbi , l’importanza del verificare che le mie convinzioni non siano solo delle convenzioni”.
Anche questo tipo di approccio ha fatto guadagnare a Valerio un folto seguito (70mila utenti lo seguono ogni giorno), l’appoggio di case di moda e creativi del mondo dell’eleganza, che si rivolgono a lui per divulgare attraverso il suo account Instagram i loro valori. E chi meglio di un ragazzo del 2000 può interpretare le tendenze di questi anni.
“Molte delle mie giornate ultimamente le passo tra università e palestra – ci racconta il ragazzo originario di Grottaglie, Taranto, passeggiando in zona Corso Sempione, uno dei punti di Milano che preferisce – e mi distraggo solo girando a piedi alla ricerca di angoli nascosti della città. Prima di scegliere una location passo delle ore a studiare angoli e angolazioni. Inizio con lo scouting online poi le vado a vedere di persona e quando trovo il posto giusto lo dico ai collaboratori che mi seguono per gli shooting e iniziamo a scattare con l’outfit prescelto”.
Il fashion blogger non fa mistero della sua aspirazione di riuscire a fare di questa attività la sua fonte principale di sostentamento, anche perché l’impegno che ci profonde è tanto.
“La città dove ho deciso di vivere è piena di contrasti in stile e architettura – ci dice – se vado a City Life, la foto iconica che scelgo è più sulle case antiche che lungo la strada dei grattacieli ultra-moderni. Mi piace essere qui perché la contemporaneità ha incontrato la storia. Un po’ come piazza Gae Aulenti, che solitamente scelgo per gli shooting street style, che solitamente organizzo con abbigliamento comodo e rilassato”.
Valerio è minuzioso quando parla dei suoi scatti, è una figura la sua, a metà tra il modello protagonista e l’art director di se stesso. Tutto è pensato in anticipo: colori, angolazioni, luce che cambia a seconda dei momenti della giornata. L’eleganza che traspare dalle sue foto è naturale, e questo lo rende simpatico e vicino al suo pubblico. “Non sono intimiditi dalle mie pose o dalle mie scelte – dice – e per questo i followers mi scrivono cose carine. Credo di essere tra i pochi personaggi di Instagram a non avere haters”.
Valerio, al di là del suo lavoro, si descrive così: “Ritengo di essere una persona a modo, non divulgo principi che considero sbagliati. In questo lavoro devi essere egocentrico, ovviamente, ma mi piace farmi conoscere da chi mi segue anche per contrastare tendenze sbagliate. A volte mi riconoscono per strada, agli eventi, mi riconoscono una certa semplicità anche se dalle foto posso proiettare un’immagine di personalità stravagante, che non mi dispiace. Per fortuna, anche dalla parte famigliare ho un affettuoso sostegno, anche se a volte si sorprendono per dei completi da colori accesi. Ma mi hanno sempre insegnato a essere libero e questo mi ha accompagnato nella vita e nella mia attività online”.
Le fonti di ispirazione per i suoi contenuti sono orientati alla Spagna (Perdido e Marta Sierra tra i suoi preferiti): “Sono mediterraneo di base, mi sento fiero di essere pugliese, forse per questo mi avvicino al modo di comunicare degli spagnoli. Di casa mi mancano le orecchiette di mia nonna, la tranquillità del mare, il pensiero di poterci andare anche d’inverno. Ma non mi manca l’asfissia del piccolo paese, credo di poter ancora dare molto nella vita frenetica di città”.
Le serate di Valerio sono varie. Al karaoke a intonare le canzoni di Cher, Raffaella Carrà, Mina e Celentano e Ornella Vanoni (gusti che gli derivano dagli ascolti dei suoi genitori).
Se invitato agli happening dei brand, preferisce i dj set sulle terrazze panoramiche, specie in queste sere d’estate. Per svago a incontrare gli amici sceglie la discoteca Just (“ci vado per parlare, più che ballare”). Per il cibo, invece, predilige la pizza napoletana di Assaje e asseconda la sua passione per i dolci e gelati da Casa Infante, l’insegna tradizionale artigianale.
Cosa gli ha insegnato di più questa esposizione sui social media? “Che a essere diversi dagli altri si viene apprezzati con più sincerità. Mi scrivono facendomi i complimenti perché non sono commerciale, per questo mi piacerebbe diventare un punto di riferimento per la moda maschile o per tutti quelli che possono vedermi come un modello di espressione. Non credo in una bellezza monolitica, e lo faccio vedere. Credo che i nostri difetti ci rendano perfetti . Alla fine anche il mio naso di cui non sono pienamente soddisfatto viene bene in foto per la maggior parte delle volte. Il mio unico terrore è diventare uguale agli altri, essere unici restare se stessi è il mio imperativo”.
Per il futuro, a parte un semestre di Erasmus con l’università a Varsavia, e le vacanze nella parte adriatica dei Balcani, si augura di poter incrementare la sua notorietà “per riuscire a essere coinvolto in cause sociali importanti, in modo da mettere a frutto le mie capacità empatiche“.
C’è ancora un sogno da bambino che vuole realizzare? “Da piccolo guardavo gli Oscar in tv e sognavo di esserci un giorno da protagonista. Ho provato col cinema, ho fatto una comparsa nel film di Mario Martone ‘Qui rido io’ ma riconosco che la strada è lunga. Penso di saper intrattenere le persone, quindi magari in futuro un ruolo in tv sarebbe quanto di più vicino ai miei sogni possa capitarmi”.
Fotografie di Vladimir Frascaro Voviski