Per un modello algerino che frequenta set di tutto il mondo, da Parigi a Cannes, Milano sembra davvero la sintesi d’Italia. Omar Bouremma, 26 anni, nato ad Algeri e cresciuto a Nizza, conferma questa tesi: “In città trovo tutto quello che mi aspetto dall’Italia. Lo stile innato e mai forzato, naturale e cordiale nelle persone. E soprattutto l’eredità di un passato che tutti amiamo”.
La cultura e la vita “all’italiana” fanno proseliti anche presso i giovani del mondo arabo che vengono in Italia per le professioni legate alla creatività. Omar è partito per Nizza quando aveva 21 anni e subito ha iniziato a frequentare Milano come modello.
Come ci è arrivato? “A Nizza volevo studiare economia e management e ho fatto un master in risorse umane ed e-business digitale. L’ho scelta anzitutto per l’università e per il francese, lingua che conoscevo. Mi piace l’apertura che si respira, lì ti sembra di essere in un posto francese e poter lavorare con tutto il mondo”.
Nomade per passione, Omar anche nel nostro incontro a Milano per questo servizio si è spostato in continuazione. Troppi posti che lo rappresentano voleva farci vedere: “Io non sono una persona fissa non ho uno special place dove vivere… vivo ovunque quando voglio, viaggio ancora molto, non ho cercato lavoro fisso in banca o in posti comuni proprio per questo. Se penso al modello di lavoro, tutta la giornata in ufficio chiuso a contare i soldi che non sono miei non fa per me”, ci dice sorridendo.
Quindi la decisione: “Devo comunicare, devo essere in movimento e la moda mi ha permesso questo”. Da modello è finito in campagne mondiali, come assistente di grandi fotografi ha invece girato il mondo imparando il meglio di come stare dietro l’obiettivo. Nella zona della monumentale stazione centrale di Milano si muove a suo agio e offre anche spunti al nostro fotografo: “Conosco le luci e le espressioni adatte a me, quando sono ritratto mi immagino sempre quello che pensa chi scatta”.
Le sue passioni non le dimentica: è cintura nera di Judo, un’attività che ammette lo ha formato in tutto. Se è il ragazzo posato e paziente che si vede oggi lo deve alla disciplina orientale: “Un mondo dove ho imparato tutto, il rispetto, le relazioni, l’essere puntuale, la stabilità. Lo Judo è uno stile di vita, è una disciplina spirituale non violenta, è un’arte che insegna a rispettare i nemici, anche se lottiamo non facciamo male ma li trattiamo con rispetto“.
La moda poi è entrata nella sua vita: “Avevo 16 anni e un direttore mi ha scritto su Facebook, il primo magazine di moda algerino, Dziri stava cercando modelli. Mi ha invitato in ufficio a fare foto, ho iniziato a fare campagne per loro, il primo shooting l’ho fatto per un fotografo algerino. Da lì ho recitato in un film facevo un soldato francese. Pensa che mi chiamarono per non essere faccia araba, per un mese abbiamo girato in tutta l’Algeria, avevo 20 anni”.
Gli ingaggi si sono moltiplicati e la tratta Nizza-Milano Omar l’ha fatta sempre più intensamente: “Per me la capitale della moda non è Parigi, ma Milano perché in Italia c’è l’arte in ogni parte della vita. Il caffè, il cibo, i vestiti, le decorazioni, l’architettura. E quindi questo influenza la creatività degli italiani”.
Un particolare che ammira molto: “Avete uno stile di vita speciale. A Milano per esempio Montenapoleone è il cuore della città e lì succede tutto quello che interessa me. Per me è la più bella strada è via della Spiga, c’è un ambience speciale. In questi posti vedo l’eleganza che mi piace. Dopo il lavoro trovi un uomo che esce da un ufficio con il completo ma prende la bici e la moto e questa cosa è molto elegante, succede solo a Milano. E dopo la socialità va a casa…gli italiani hanno sempre tempo per prendere aperitivo prima di andare a casa. Avete la passione della vita, trovate il tempo per gli amici, la famiglia e il lavoro. Questa cosa non l’ho vista in Francia, ho amici a dieci minuti di strada ma non li vedo mai”.
Tra i tanti amici che frequenta abitualmente a Milano ci sono stilisti, fotografi e colleghi. Ha un legame di stima con Julian Hargreaves, un grande fotografo che dice di aver ammirato e poi ascoltato con passione sui set.
Andando con Julian al Festival di Cannes, ci confida, “molte porte si sono aperte, non ho mai visto cose più prestigiose di quelle occasioni, lavori con Isabelle Fontana, Eva Longoria. Mi ha fatto anche capire cosa di complicato c’è dietro la comunicazione di una fotografia. Deve esserci tutto al momento giusto, non è uno scatto ma un istante emozionante che devi saper esprimere”.
La moda, la sua grande passione, è anche fatta per essere “toccata”, ci spiega, con saper fare risoluto da millennial: “A La Rinascente in centro a Milano vado per i vestiti, lì c’è tutto quello che cattura la mia attenzione. Ci vado anche per fare delle scelte, per capire se i nuovi nomi che scopro su Instagram dal vivo non deludono. Ho bisogno sia della versione digitale che reale di un vestito”.
Arriviamo da Marchesi in galleria. “Qui mi piace perché sei in relax e hai l’occhio sulla galleria, il cappuccino migliore, il gusto del caffè con la bellezza dell’arte vista dall’alto”.
Passiamo dalla Pinacoteca di Brera, dove Omar viene “per curiosare e leggere qualcosa, c’è una biblioteca che ti fa sentire come fossi in un museo”. La voglia di cultura non lo abbandona mai: “Città come questa e come Roma ti fanno sentire sempre dentro un film, c’è storia in ogni angolo”.
Davanti a un tipico coffee break italiano (che include anche biscotti di cui Omar apprezza il lato estetico) la conversazione si fa più intima. “Parigi? Troppo grande, tanti parenti, non finisco mai di fare quello che voglio. Credo che quella mentalità sia molto diversa dalla mia mentre vivere a Milano, nei momenti in cui l’ho fatto per lavoro, mi è calzato addosso benissimo. E sono solo tre ore da Nizza, sai il mare, sono cresciuto vicino al mare, ci vado quando posso. Mi piace abbronzarmi dalle sei del pomeriggio però, perché durante la giornata preferisco fare altre cose”.
Per concludere la giornata, a ora di cena Omar smette i panni di compassato modello e ci invita a una singolare cena improvvisata: “Io cucino a casa, ho imparato le cose con la mamma. Quando ho iniziato a vivere da solo, chiamavo mia madre e le chiedevo: Come faccio a cucinare quel piatto? Così ho sperimento piatti algerini con influssi italiani. Mi piacciono molto il risotto e la besciamella“.
E pizza e pasta per cui siamo famosi nel mondo? “Non sono un fan, ho un regime speciale per la mia attività sportiva”. La cura della bellezza, del resto, impone delle rinunce.
Per seguire Omar Bouremma, ecco il suo profilo Instagram.