3 Marzo 2023

Cosmin Strugariu: “Sogno una città unita dalla musica”

Il giovane musicista romeno in visita a Milano. "Voglio portare a conoscenza delle nostre tradizioni tutti i giovani che hanno interesse".

3 Marzo 2023

Cosmin Strugariu: “Sogno una città unita dalla musica”

Il giovane musicista romeno in visita a Milano. "Voglio portare a conoscenza delle nostre tradizioni tutti i giovani che hanno interesse".

3 Marzo 2023

Cosmin Strugariu: “Sogno una città unita dalla musica”

Il giovane musicista romeno in visita a Milano. "Voglio portare a conoscenza delle nostre tradizioni tutti i giovani che hanno interesse".

Il kaval è uno strumento musicale a fiato, con origini antiche nelle area mediterranea suonato in quest’epoca da pochissime persone. Eppure c’è un giovane romeno, di origini dalla Moldavia di Romania, che porta avanti la sua passione e la tradizione che questo lungo flauto ha, alle nuove generazioni. In visita a Milano, tra il centro storico e i grattacieli di Porta Nuova, Cosmin Strugariu, 21 anni, ha toccato i punti nevralgici dell’identità della città di ieri e di oggi. E ci ha confessato: “Sogno di vivere in una città unita dalla musica”.

Oggi il kaval, che Cosmin mostra orgogliosamente in queste foto per The Way Magazine, è presente nella tradizione musicale della Romania, Bulgaria, Kosovo, Albania della Grecia, Macedonia del Nord. Cosmin è nato nel 2001 a Botoșani in Moldova Romania e nessuno in famiglia suonava strumenti. Incredibilmente si è appassionato agli strumenti a fiato osservando il nonno che nell’ambiente rurale dove viveva, chiamava le capre con uno strumento simile. Trasferitosi a Bucarest e a 19 anni, per proseguire per Costanza per facoltà di arte sezione musicale all’università Ovidius, ha approfondito la materia della musica tradizionale. “Non ho solo imparato a suonare uno strumento – racconta – ma anche la storia che porta con se. La mia ambizione è di far conoscere il Kaval e la tradizione musicale romena in tutto il mondo. Vorrei che anche i giovani almeno ascoltassero questo strumento per poi decidere se piace o meno”.

La storia di Cosmin Stugariu colpisce perché nonostante l’età giovanissima, si è appassionato a una musica di cui non esiste registrazione professionale: si può solo ascoltare nei canti degli anziani e con i flauti simili al Kaval. Che per inciso è un oggetto di sapienza e precisione antica, si produce in pochi pezzi a livello artigianale e oggi è quasi sconosciuto ai più.

Mi piace la moda, l’Italia e la cultura – ci dice passeggiando tra le vie del centro dirigendosi verso il Teatro alla Scala, uno dei templi della musica che lo fanno sognare – ma la mia prima passione resta la musica. Il mio sogno professionale sarebbe cantare il mio genere e suonare nei teatri del mondo“.

Appassionato di viaggi, studia musica appena gli impegni glielo permettono, sottolineando che per lui quelle ore di concentrazione non sono lavoro ma pura passione. “Di tv non ne guardo mai – dice – e sul web aggiorno solo i miei social con foto che in maggioranza riguardano la mia attività col Kaval”.

L’origine di questo strumento a fiato dimenticato negli anni, potrebbe essere legata ai bulgari o turchi. Stugariu ha condotto un inedito studio su questo tema: “Deriva probabilmente dal suono del grande fischio del pastore. Assomiglia agli strumenti tradizionali di questi paesi solo per il nome. In Bulgaria e Turchia si chiama kaval. Ma il mio differisce da questi per il numero di fori per le dita e per il modo di interpretazione. Il kaval bulgaro e turco viene suonato senza tappo, la modalità di produzione del suono è diversa da quella romena che ha tappo e vrana”.

Cosmin Stugariu racconta la sua carriera davanti al Duomo di Milano. “La mia passione per gli strumenti tradizionali romeni è iniziata all’età di 6 anni. Poi quando ho avuto il primo strumento, dopo un anno di studio purtroppo ho rinunciato. Ho studiato in una scuola generale nel comune di Vorona, contea di Botosani in Romania, all’età di 13 anni ho iniziato a studiare clarinetto e a 14 anni sono stato ammesso alla Ștefan Luchian Art High School di Botoșani dove ho studiato clarinetto e musica per 4 anni. Dopo il liceo ho seguito un corso di formazione di clarinetto e teoria musicale a Bucarest per un anno dove ho scoperto il kaval romeno tramite alcuni colleghi. All’età di 19 anni mi sono trasferito a Constanza dove studio ancora musica presso la Facoltà di Arte dell’Università Ovidus”.

Il Kaval è così raro che non si trovano nemmeno insegnanti per il suo apprendimento. “

Non avevo un maestro per questo strumento perché ci sono sempre meno esecutori, quindi ho dovuto imparare da solo tutto ciò che il canto al Caval comporta. Attraverso la Facoltà di Arte abbiamo eseguito molti canti tradizionali su diversi palcoscenici sia a Constanța che in campagna.

Quest’anno mi diplomerò alla Facoltà di Arte, il mio articolo per l’esame finale riguarda gli strumenti tradizionali rumeni e il folklore tradizionale in Romania. Ho scelto questo tema perché voglio promuovere tra i giovani non solo il Caval, ma anche l’altro strumento che ci rappresenta come rumeni.

Mi dispiace dire che molti si sono dimenticati di questi strumenti e del loro suono divino, ma attraverso il mio lavoro e quello di altri come me spero di riportare la tradizione ai giovani.

In futuro voglio interpretare quanti più strumenti possibili e imparare tutto ciò che riguarda la tradizione e la musica tradizionale in Romania perché è una delle più belle di tutto il territorio balcanico. Anche per promuovere in Romania e in altri paesi la musica caval rumena e rumena”.

La connessione con l’Italia per Cosmin è forte. Sente, specialmente a Milano, che ci sia un humus perfetto per la riscoperta di musiche che richiamano alla tradizione: “Qui sento un legame più speciale rispetto ad altri posti che ho visitato. Ci vengo da sei anni e ammiro l’architettura speciale, il cibo e il rispetto e correttezza delle persone. Mi piacciono di sicuro le città, e Milano mi offre tanti piaceri anche quando torno spesso, anche se non vedo l’ora di scoprire altro in Italia”.

Cosmin Stugariu in posa davanti a Palazzo Cusani, edificio seicentesco di Milano, attualmente rappresentanza della Nato in città. “Amo l’arte e posso onestamente dire che l’Italia è uno dei paesi con più cultura nell’arte e nella musica. Ultimamente ho portato con me gli strumenti tradizionali romeni e mi sono esibito in vari eventi privati in Lombardia. Sia i romeni residenti che gli italiani hanno apprezzato la musica e la cultura del popolo e questo mi rende molto felice. Sono sicuro che la musica unisce le persone indipendentemente dall’età o dalla nazionalità”.

Una giornata con Cosmin è un fiancheggiare meraviglia, stupore e scambi di vedute a ogni angolo. “Quando vengo a Milano mi perdo nelle strade dei grattacieli perché è un paesaggio insolito che non ritrovo in Romania. E poi è molto peculiare l’accostamente tra architettura vecchia e nuova. In altri posti devi cambiare scenario per apprezzarli, mentre qui hai tutto a portata di mano“.

A Cosmin Stugariu, per effetto della formazione famigliare e anche degli studi di arte antica che ha condotto, piacciono le chiese. Infatti ha chiesto a The Way Magazine di visitarne tra le più antiche del quartiere di Brera. “Le apprezo anche architettonicamente, ma mi piace vedere soprattutto come si inseriscono nel tessuto urbano. Le stradine strette dense di locali così curati, si affacciano poi su uno dei posti che preferisco in assoluto nel mondo: piazza Duomo“.

Dopo una sosta in galleria (“mi è piaciuta, non capita di vedere tutti i brand di lussoo rappresentati in un solo posto altamente storico“), è tempo di andare a cibarsi di un’altra delle sue grandi passioni: la fotografia.

Ho voluto vedere la mostra di Vincent Peters a Palazzo Reale – racconta – perché la fotografia in bianco e nero mi piace molto, ha un effetto vintage e fotografie di grande autenticità. Ovunque in Italia c’è molta voglia di scoperta e questa città è l’ideale per metterla in pratica”.

Fotoservizio a Milano a cura di Christian D’Antonio/The Way Magazine, febbraio 2023.

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Christian D'Antonio

Christian D’Antonio (Salerno,1974) è direttore responsabile della testata online di lifestyle thewaymagazine.it. Iscritto all’albo dei giornalisti professionisti dal 2004, ha scritto due libri sulla musica pop, partecipato come speaker a eventi e convegni su argomenti di tendenza e luxury. Ha creato con The Way Magazine e il supporto del team di FD Media Group format di incontri pubblici su innovazione e design per la Milano Digital Week e la Milano Design Week. Ha curato per diversi anni eventi pubblici durante la Milano Music Week. È attualmente ospite tv nei talk show di Damiano Gallo di Discovery Italia. Ha curato per il quartiere NoLo a Milano rassegne di moda, arte e spettacolo dal 2017. In qualità di giudice, ha presenziato alle manifestazioni Sannolo Milano, Positive Business Awards, Accademia pizza doc, Cooking is real, Positano fashion day, Milan Legal Week.
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