C’è un’isola, Sant’Antioco, davanti la costa occidentale della Sardegna, un posto incontaminato che è rimasto nelle memorie di Antonio Rivano, attore e modello che vive da 25 anni a Milano. Su quell’isola, nel 1973, Antonio c’è nato e cresciuto, senza la mamma, che non ha mai conosciuto.
Proprio in queste settimane quella location è balzata agli onori della cronaca per far da sfondo alla fiction di Gianni Morandi L’Isola di Pietro.
La strada dei ricordi parte dall’infanzia, per questo nostro incontro con un creativo che ha fatto della sua prestanza fisica un lavoro, ma che non si è assolutamente dimenticato delle origini agricole della sua famiglia. Imprescindibili, anche quando ci racconta delle sue ultime gesta nel campo della moda: “Scelgo con cura quello che faccio e che sono chiamato a interpretare – ci dice incontrandoci al Castello Sforzesco nel centro del capoluogo lombardo – e certamente ricordo sempre la mia vita passata. Anzi, non proprio passata nel dimenticatoio, perché io ogni tanto torno in Sardegna per riprendere contatto con quello che sono, guardarmi indietro, rilassarmi”.
Abbiamo scelto Antonio Rivano per un nuovo viaggio attraverso Milano perché l’attore è uno di quelli che la città l’ha vissuta appieno, ma non ha mai lasciato mentalmente la sua Sardegna. “Calasetta, che è il paese di mio padre, fa circa di tremila abitanti ed è piena di persone di origini liguri, come lui del resto. Non avevo altre alternative al di fuori del lavoro agricolo e quindi nei primi anni 90 sono venuto qui, in città, sul continente“.
Il suo agente di Roma, Andrea Lamia, lo chiama al telefono per nuove notizie su ingaggi. Appena rientrato da uno shooting per Lamantin Materassi con Cristina Chiabotto, Antonio ha in questo momento in rotazione uno spot Festina (orologi) e un progetto cinematografico a Roma chiamato Notte di Note insieme a Olga Shapoval e Adriana Russo. In questo cortometraggio farà l’artista di strada che deve fare la sorpresa al marito di una signora. “Vorrei avere ruoli che rispecchiano le mie idee. Ogni situazione è una sfida nuova, anche se il ruolo non mi stimola all’inizio tendo ad accettarlo, bisogna capire i miei limiti, sono curioso. A me piacciono le storie vere, i libri e i film basati su questo sono le cose che mi piacciono di più”.
Per la moda è diverso: “Ho posato per Mariana Ventimilla con un poncho recentemente – rivela – e mi sono reso conto di quanto appeal c’è per alcuni marchi che si affidano a un uomo con la mia personalità. Sai, è difficile competere con modelli giovanissimi che hanno la taglia 46. Questa campagna per la stilista sud americana è stato un successo “.
Parla di moda e cinema nella sua vita metropolitana, ma il suo cuore è soprattutto in Sardegna. Oggi, quando torna nella sua nuova casa interamente costruita e arredata da lui stesso, con la terra ci lavora ancora. Però il suo ricordo ora si sposta a quel giorno in metropolitana a Milano, negli anni in cui la città si stava risvegliando dall’incantesimo della “Milano da bere” e lui voleva muovere i primi passi nel mondo dello spettacolo proprio in quel momento cruciale di cambiamento. “Mi notò una broker di un’agenzia di Milano, mi stupiva il suo interesse, per me che arrivavo da una realtà diversa l’importante in quel momento era lavorare. Mi attribuirono un nome d’arte, Anthony e iniziò la mia favola nella moda e nella pubblicità”.
Del Castello Sforzesco ricorda i primi appuntamenti che faceva per lavoro e per piacere. “Arrivavo qui, credo sia una delle prime piazze che ho visto di Milano”. Da allora campagne stampa per marchi di abbigliamento, pubblicità italiane e straniere, testimonial di brand fashion. “Camminando ora attorno al castello, ricordo i miei sogni, le mie ambizioni. Come mi sembrava tutto nuovo. A un certo punto mi ritrovai a lavorare a Casa Vianello, la mia grande occasione televisiva. Raimondo Vianello mi disse: devi studiare teatro perché ti servità nella vita”.
Così Antonio, tra cambi di casa repentini, fuori e dentro città, inizia a seguire un laboratori di teatro e cinema per tre anni. “Ora vivo ad Albizzate, vicino Varese, ho una figlia di 11 anni, la mia vita è molto cambiata. Ma quegli anni a Milano ricordo di averli vissuti davvero profondamente. Ogni sera c’era un party, ogni giorno un impegno. Le case di moda chiamavano gli italiani, ero una faccia richiesta, gli agenti mi cercavano. Oggi c’è più competizione ma riesco comunque a fare lavori che mi danno soddisfazione. Sicuramente con maggiore consapevolezza”.
Dalila Di Lazzaro, Marcella Bella, Adriano Galliani, Claudio Brachino sono alcune delle celebrità che ha conosciuto. “L’economia era diversa, forse sono dei ricordi belli legati anche all’età giovane ma posso dire che sono stati anni irripetibili, i 90. Poi il nostro lavoro è così: prendi tutto quando c’è”.
Ricorda i party, i ristoranti, le situazioni con le celebrità, ma Antonio Rivano sembra essere davvero una persona che bada al concreto. Anche quando parla delle sue abitudini alimentari, che cerca di mantenere sane: “Sono sempre in giro per lavoro e l’aperitivo lo rifuggo volentieri. Se vuoi tenere il fisico a posto meglio non mangiucchiare a caso, sono costantemente alla ricerca del cibo sano e giusto per me. La mia giornata inizia con quattro tuorli d’uovo e fiocchi di avena, mi alleno in casa o corro. L’alimentazione è fondamentale anche per il lavoro, mi è capitato di girare due giorni consecutivi senza sosta, notte e giorno, ed è lì che impari a conoscere i tuoi limiti e i bisogni del tuo corpo, è importante, l’alimentazione ovviamente è basilare”.
Passiamo dai locali del centro, la movida milanese del 2017 e mi vien da chiedergli della sua idea di divertimento, oggi a 44 anni: “Esco solo per lavoro o per inviti, preferisco altrimenti stare a casa, godermi i film di Sky o al cinema vicino casa. Lavorando tutto il giorno in città, la sera preferisco essere in totale relax, anche se la contabilità, le email, gli impegni di questo tipo non finiscono mai. Seguo tutto io“.
Lo abbiamo però visto all’opera nello shopping, dove Antonio ha poche ma irrinunciabili pretese per la cura della persona: “Uso i prodotti della Tigi per i capelli e ogni tanto faccio rifornimenti. Per idratare soprattutto d’inverno mi sono utili le creme, ma non eccedo“.
Fotoservizio: Christian D’Antonio per The Way Magazine