Lui si chiama Andrea Calvo, è un tecnico ed educatore alimentare e oggi ci fa conoscere l’Oriente in tavola. Laureato in Scienze Gastronomiche presso l’Università degli Studi di Pollenzo, quella fondata dall’inventore di Slow Food Carlo Petrini (classe Scienze e Tecnologie Alimentari), ha fatto della sua più grande passione una scelta di vita: l’oriente. Ha lavorato nel settore della ristorazione in Cina dal 2005 al 2008 e dal 2011 si occupa in Italia di importazione di prodotti alimentari asiatici (di provenienza per l’80% giapponese e per il 20% cinese), di cui è profondo conoscitore sia sul piano del gusto sia sul piano nutrizionale.
La nostra giornata in compagnia di Andrea inizia nel cuore della China Town milanese.
A due passi da Via Paolo Sarpi, c’è il suo ufficio dove arriva ogni mattina, dopo aver controllato e verificato i prodotti da spedire ai propri clienti. “Mi sveglio molto presto, quando la città dorme ancora, e mi sposto fuori Milano nel magazzino della mia società dove organizzo la giornata di lavoro – racconta – e poi arrivo in studio, dove visito e incontro i pazienti: insegno loro cosa mangiare per sentirsi meglio, fornisco i consigli su cosa acquistare, a volte vado con loro a fare la spesa. Non parliamo solo di cucina orientale, ma dell’alimentazione in generale. Credo che le contaminazioni facciano bene, quando si ha una conoscenza dei valori nutrizionali dei prodotti e dei piatti“.
Beviamo un caffè, nel bar sotto l’ufficio, una pasticceria che sarebbe una tentazione anche per i palati più resistenti, eppure Andrea non cede a dolci e zuccheri. “Sarebbe meglio evitarli con il caldo! In estate sarebbe meglio non bere succhi di frutta e le bibite zuccherate perchè, appunto, gli zuccheri portano a una perdita di liquidi e sali minerali“.
Camminiamo per il quartiere, vuole mostrarci un vero e storico ristorante cinese: “Li riconosci dalla sputacchiera all’ingresso, espressione della cultura di questo Paese“. E i bottegai locali presso i quali fa la spesa, dalla rosticceria made in oriental al supermercato. Lasciamo Andrea al suo pomeriggio, ma prima di salutarlo gli strappiamo un invito a cena per gustare un vero pasto cinese.
Mangiamo Hot-Pot con acqua, vino di riso, salsa di soia e glutammato monosodico; man mano cuociamo i contorni nella grande pentola: gamberi, funghi shitake, funghi orecchio di Giuda, germogli di soia, tofu, gnocchi di riso, bamboo, broccoli. Gustiamo edamame, involtini ripieni di cavolo cinese e pak choi home-made (sono frittelle cinesi realizzate con un impasto a base di farina di grano tenero acqua e sale). Il tutto è accompagnato da foglie di tè verde.