“Ignoring bounderies” è il titolo dell’incontro a cui abbiamo assistito in cui all’IF! Italians Festival, Patricia Urquiola ha lanciato un invito a sperimentare l’innovazione senza temere i probabili insuccessi.
IF! Italians Festival è il primo festival italiano della creatività, giunto quest’anno alla sua quarta edizione con l’ambizione di coinvolgere e far incontrare l’eccellenza creativa italiana e internazionale: cultura, formazione, networking, innovazione e entertainment in un appuntamento annuale che ospita creativi di professione e investitori illuminati provenienti da tutto il mondo, puntando sulla creatività come motore di sviluppo industriale e sociale.
Tra i talk più interessanti a cui si è assistito, “Ignoring bounderies”, moderato da Paolo Ferrarini, che ha ospitato Patricia Urquiola, architetto e designer, e Federico Pepe, pubblicitario, artista grafico e videomaker.
Patricia Urquiola, sorriso contagioso da bambina, moglie, imprenditrice e mamma, ha un curriculum fatto di grandi maestri, grandi marchi, oggetti e progetti ambiti, apprezzatissimi, celebrati con premi che contano. Da Oviedo, in Spagna, dov’è nata, si trasferisce prima a Madrid e poi a Milano dove si laurea al Politecnico con Achille Castiglioni come mentore e Tomàs Maldonado come presidente della commissione.
Dopo la tesi diventa assistente di Castiglioni ed Eugenio Bettinelli al Politecnico e all’ENSCI di Parigi. Intraprende poi una lunga collaborazione con De Padova al fianco di Vico Magistretti e con Piero Lissoni. Grandi maestri e belle opportunità, ma anche tanto intuito, sensibilità, cultura e curiosità, che le danno gli strumenti giusti per interpretare un’azienda, un cliente, di capire come portare avanti le cose in quell’ambito preciso, talvolta accettando compromessi, altre rompendo pregiudizi. Ultima prestigiosa nomina la direzione artistica di Cassina a coronamento di un percorso fatto di allestimenti e architettura, showroom per una quantità di aziende, alberghi (Mandarin Oriental Hotel di Barcellona), scenografie, case private.
Al suo fianco in questo talk Federico Pepe, pubblicitario, artista, grafico, designer, videomaker e persino tipografo, che nel corso degli anni ha collaborato con celebri artisti quali Maurizio Cattelan, Pierpaolo Ferrari, Nico Vascellari, e, nel campo del mobile, la stessa Patricia Urquiola.
La presenza dei due qui all’ IF! Italians Festival e la loro collaborazione non ha fatto altro che confermare che oggi design e comunicazione sono sempre più vicini tra loro, vuoi perchè i principali clienti sono ormai i brand commerciali, vuoi perché la pubblicità usa strumenti che consentono all’architettura e al design di passare in maniera molto più veloce ed incisiva i loro messaggi.
E il messaggio che passa attraverso le opere di Patricia Urquiola, “Ignoring bounderies” , è un messaggio di libertà, non incanalato in precisi codici, ma frutto dell’ispirazione che fornisce il luogo o il contesto per il quale si sta progettando. “Lavorare a un progetto industriale comporta una serie di calcoli, ma anche la possibilità di vedere le cose in maniera diversa. In genere l’idea geniale è frutto di una intuizione che scatta sotto una spinta emozionale, ma poiché non sei un’artista, devi essere consapevole che ogni azione chiede implicitamente e immediatamente una reazione, un’applicazione. Se parliamo del rapporto tra design e industria, abbiamo a che fare con una storia straordinaria che affronta e risolve problemi molto complessi. È un lavoro di continue sperimentazioni che talvolta si rivelano errori, ma va bene anche sbagliare, l’importante è avere forza e coraggio di riprovare.”
Nelle suo lavoro di trasformazione degli spazi, Patricia Urquiola mette a confronto ragione ed emotività con la memoria e l’esperienza. I cambiamenti sociali, le condizioni di vita da essi determinati sono la spinta a progettare oggetti che parlano di legami, ma allo stesso tempo favoriscono nuove connessioni tra i saperi. Ed ecco inquadrata anche la collaborazione con Federico Pepe il cui incontro avviene tra il 2012 e il 2013, grazie a PierPaolo Ferrari, co-fondatore di Le Dictateur, progetto editoriale del quale Federico Pepe è anche curatore ed editore. Assieme subito iniziano a lavorare a un primissimo progetto, It’s time to make book, ma la cosa sfuma per l’incapacità di canalizzare l’energia creativa di Patricia in un progetto editoriale preciso, rigoroso non troppo elastico. Ciò nonostante i due continuano a dialogare tra loro attraverso un fittissimo scambio di immagini. Il frutto di questo scambio sono tutta una serie di sensazioni e di idee che hanno dato forma a “Credenza”, un mobile che gioca con il doppio significato della propria definizione e della volontà di credere in una divinità. Questo è il primo di una collezione di arredi in vetro piombato ispirati alle vetrate delle chiese gotiche, dove pattern, colori e materiali, sono un omaggio alle maestranze artigianali italiane affinchè, come dice sempre Patricia, i mobili possano diventare preziosi come gioielli.