Quinta edizione per Edit, fiera del design editoriale e d’autore a Napoli, e una nuova sede.
Si svolge infatti per la prima volta all’Archivio di Stato di Napoli la tre giorni dedicata ai designer indipendenti, autori ed editori di design, creatori e produttori.
Dal 6 all’8 ottobre 100 espositori con prodotti che spaziano dalle ceramiche ai tessili, dagli arredi ai rivestimenti, dai complementi alle luci.
Nella splendida cornice dell’Archivio di Stato, ospitato nel complesso monumentale dei SS. Severino e Sossio, anche la sezione Seminario, con gli espositori under 30, le società costituite da non più di tre anni, gli olandesi selezionati grazie alla call Young Dutch Titans, e gli spagnoli coinvolti attraverso il bando España Diseño Mediterráneo.

Nei giorni della fiera saranno annunciati i vincitori del bando Rèenchanter la Villa Médicis, progetto di ristrutturazione dell’Accademia di Francia a Roma, e sarà lanciato il nuovo bando.
Alla fine dei tre giorni invece, una giuria composta da designer italiani e internazionali, esperti, addetti ai lavori e giornalisti di settore, decreterà i progetti più meritevoli tra quelli esposti, dando la possibilità ai creativi premiati di tornare a esporre gratuitamente l’anno successivo.
Anche quest’anno molto interessante è il programma EDIT CULT, ovvero le esposizioni diffuse in alcuni tra i luoghi più iconici della città.
Le installazioni site specific vedono il coinvolgimento di aziende, designer, architetti, artisti di fama internazionale.
La Fondazione Santobono Pausilipon, situata a palazzo Ravaschieri, ospiterà infatti Casa Mangiarotti, un’esposizione, progettata dall’architetto Camilla Benedini, di arredi disegnati da Angelo Mangiarotti, rieditati da Agapecasa.
Lo studio di architettura Altromodo curerà invece l’installazione nata dalla collaborazione tra galleria Elena e PSLab denominata Materia Prima.
Nella splendida location di Palazzo Donn’Anna, a picco sul mare, si potrà ammirare The Cobalt House frutto della collaborazione tra Sabine Marcelis e La Praire.
Quest’anno anche la Sanità, quartiere in riscatto del centro città, entra a far parte del circuito EDIT, aprendo le porte a Fabio Novembre che, col sostegno della cantina Feudi di San Gregorio, tributerà un omaggio all’indimenticato Riccardo Dalisi all’interno della Basilica di Santa Maria della Sanità (Tribute to Riccardo Dalisi).




Concentrati nel centro storico infine, i progetti Lava degli architetti Francesco Meda e David Lopez Quincoces con l’azienda Ranieri all’interno della chiesa monumentale di Santa Maria la Nova; Unico, realizzato da Pedrali in collaborazione con DWA Design Studio nello spazio Riot di Palazzo Marigliano; Lucielle di Allegra Hicks, l’artista di casa a Edit, che quest’anno esporrà le sue ceramiche realizzate in collaborazione con l’Istituto Caselli Real Fabbrica di Capodimonte all’interno dell’affascinante Chiesa Museo di Santa Luciella.
L’intuizione delle fondatrici e curatrici Domitilla Dardi, storica e curatrice indipendente, ed Emilia Petruccelli, imprenditrice, di portare a Napoli una fiera del tutto nuova, basata su un concetto di design più legato al territorio, alla sostenibilità e alla qualità, che alla quantità, è risultata vincente.
Napoli grazie a EDIT si va configurando come un altro polo, non antitetico rispetto a Milano e alla sua famosa design week, quanto piuttosto parallelo.
Qui l’accento è tutto su processi produttivi che coniugano l’artigianato al design in pezzi sì replicabili, ma con la cura tipica di un progetto unico.
Qui in tre giorni ci si può davvero godere l’intera esperienza, il programma, la fiera, il fuori fiera e anche la città.
Qui venire ad ammirare lo slow design significa trascorrere un fine settimana slow dal quale tornare a casa senza quella spiacevole sensazione di essersi lasciati sfuggire almeno la metà delle cose da vedere, stanchi fisicamente e anche mentalmente per le troppe sollecitazioni ricevute.
In foto di apertura: l’installazione “Unfolding Partenope” Un playground contemporaneo progetto site specific a cura di Thirtyone Design + Mangment