7 Dicembre 2018

Perché nel 2018 abbiamo ancora bisogno di John Lennon e Yoko Ono

Il legame più privato diventata la storia d'amore più pubblica. In occasione dell'uscita del libro di Matteo B. Bianchi il ritratto della storia d'amore e d'arte di due personalità gigantesche.

7 Dicembre 2018

Perché nel 2018 abbiamo ancora bisogno di John Lennon e Yoko Ono

Il legame più privato diventata la storia d'amore più pubblica. In occasione dell'uscita del libro di Matteo B. Bianchi il ritratto della storia d'amore e d'arte di due personalità gigantesche.

7 Dicembre 2018

Perché nel 2018 abbiamo ancora bisogno di John Lennon e Yoko Ono

Il legame più privato diventata la storia d'amore più pubblica. In occasione dell'uscita del libro di Matteo B. Bianchi il ritratto della storia d'amore e d'arte di due personalità gigantesche.

La recente uscita del libro di Matteo B. Bianchi su Yoko Ono ci ha aperto gli occhi e una volta per tutte ci ha consegnato una grande verità: abbiamo approfondito finora solo metà della storia. John Lennon è sempre vivo nella memoria e nel vortice dei tributi, il mito dei Beatles è più saldo che mai, soprattutto nell’abbondante scaffale mondiale pre-natalizio che riversa sul mercato dischi e libri a volontà.

Considerazione valida anche oggi che ricorrono 50 anni dall’uscita di quel matto episodio di collaborazione domestica rivelata al mondo, Unfinished Music No 1: Two Virgins, uno degli album più incomprensibili e incompresi della storia, meglio descritto da George Harrison così: “John e Yoko erano talmente innamorati da pensare che potesse interessare al mondo la loro vita in casa”.

Ma chi si ricorda delle gesta di Yoko Ono e la considera un’artista con un bagaglio di esperienze e carica emotiva indipendente dal fu-marito, commette ancora oggi un atto di coraggio. Dal titolo dell’opera di cui sopra (“Two virgins”) si capisce che i due si sentivano “due innocenti in un mondo perduto diventato pazzo” (loro stesse parole). “Il mio libro – racconta Mattero B Bianchi, autore per ADD Editore di Yoko Ono – Dichiarazioni d’amore per una donna circondata d’odio –  è nato da una controproposta che ho fatto alla casa editrice pensando che non sarebbe stata mai accettata. Sapevo che Yoko Ono fosse un soggetto difficile, io sono un fan della sua arte, ma tutti pensano che lo dica per provocazione. La amo da tanti anni per tante ragioni, soprattutto perché è odiata da molti che le attribuiscono la responsabilità di aver fatto sciogliere i Beatles. Ma loro stessi hanno detto che non è vero”.

Lo scrittore milanese attribuisce alla moglie di Lennon anche una primigenia artistica: “Yoko Ono è la Marina Abramovic degli anni 60, ha portato avanti il suo percorso artistico concettuale e da lì secondo me è nata l’antipatia di tutti. Non era comprensibile, non faceva neanche molto per mitigare questa percezione, devo dire, e anche il suo aspetto così diverso dalle celebrità dell’epoca non aiutava. Credo che sia giusto pensare che se non avesse incontrato John Lennon sarebbe conosciuta da pochi. Ma quando dava al pubblico delle forbici e si faceva tagliare i vestiti in una performance artistica fino a rimanere nuda, era protagonista di un’opera provocatoria che per i tempi era avanguardia”.

Con l’irresistibile ironia e la giusta dose di aneddotica personale, Matteo B. Bianchi col suo libro sull’icona incompresa sta innescando anche un lavoro di riscoperta: “Era il 1980, ero un liceale, era uscito Double Fantasy, il ritorno di Lennon in coppia con la moglie. Io mi sentivo quasi in dovere di comprarlo. Il lato B di (Just Like) Starting Over, il primo singolo, era Kiss Kiss Kiss un inno femminista molto strano. Da allora fu amore”.

Vero è che John Lennon dichiarava di voler imparare dalla moglie, un capovolgimento di ruoli che anche per i contestatori degli anni 70 risultava troppo ardito. Ma è un concetto da cui oggi possiamo ancora imparare noi spettatori e fruitori di arte di tutti i generi.

https://www.youtube.com/watch?v=hfB8aqDUqbU

La mannaia definitiva sull’ondata di odio che circonda la Ono da decenni, e che solo di recente sembra essersi attenuata, fu l’uscita a sei mesi dalla morte del marito il disco Season of Glass. Su quella copertina Yoko Ono mise gli occhiali insaguinati del marito. “Tutti glielo sconsigliarono ma credo che con quella decisione fece il suo gesto artistico più importante – dice B. Bianchi – era la sua realtà in quel momento, e per me quella è la copertina di un disco più bella di sempre”.

Oggi Yoko Ono gode di una nuova considerazione artistica, con ampie retrospettive nei maggior musei mondiali, un imprevedibile successo discografico in ambito dance e attestati di stima da parte di popstar come Lady Gaga e Moby e di guru della scena alternativa come i Sonic Youth.

La presentazione del libro di Matteo B. Bianchi su Yoko Ono al Ghe Pensi Mi di Milano, 2018.

LENNON PARLA – Sentire John Lennon che parla di sé negli special televisivi che arrivano sugli schermi di tutto il mondo a 38 anni dalla sua more è illuminante. Quando dice “Paul McCartney arriva con la positività, io ci metto sempre la tristezza nella musica” ci fa capire senz’altro di che genio tormentato fosse uno dei cantautori più celebrati di tutti i tempi. Ma al tempo stesso, ancora oggi il mondo si interroga sulla natura del rapporto, d’amore e di condivisione, tra Lennon e Ono, che sconvolse tutti negli anni 60 proprio perché consumato a volte sotto i riflettori, a volte col tentativo di manipolare l’allora mondo dei media a proprio favore. O a supporto delle cause sociali che i due sposavano.

“Imagine”, il capolavoro di Lennon è del 1971, e un recente documentario di Eagle Rock andato in onda su Channel 4 in Inghilterra ha, dopo mezzo secolo, riportato in auge quel periodo della produzione artistica di Lennon. E ha fatto scoprire quanto di Yoko Ono ci fosse nel suo percorso in quel momento e quanto l’arte dei due fosse intimamente collegata alle loro vite. John And Yoko: Above Us Only Sky ha anche avuto il merito di mostrare al pubblico inglese l’intesa intima che regnava nella coppia unita dall’arte e dalla passione per le battaglie sociali.

SPECIAL TV SU LENNON – VH1, il canale musicale di Viacom International Media Networks Italia, visibile sul canale 67 del digitale terrestre e sul 25 di tivusat, dedica l’intera serata di sabato 8 dicembre a John Lennon, immortale icona del rock, leader pacifista, innovativo e poetico autore di Imagine e altri innumerevoli capolavori, scomparso trentotto anni fa. Lennon aveva solo quant’anni quando venne colpito da 4 proiettili sparatigli da Mark Davis Chapman la notte dell’8 dicembre del 1980, a Manhattan, di fronte al suo lussuoso appartamento nell’Upper West Side. Un omicidio che sconvolse il mondo: “Mi dispiace per aver causato tutto questo dolore“, dichiarò Chapman, nel 2014, durante uno dei tanti processi giudiziari.

Ristampe e riedizioni per IMAGINE nel 2018: I sei dischi della versione Super Deluxe di Imagine. The Ultimate Collection includono un nuovo stereo mix rimasterizzato, grezze registrazioni in studio, outtake, extra e un documentario audio che esplora levoluzione di ciascuna canzone, oltre a nuovi surround mix su blu-ray e un aggiornato mix quadrifonico per una profonda esperienza dascolto. E i due film Imagine e Gimme Some Truth sono stati restaurati e rimasterizzati con extra esclusivi e inediti in dvd e bluray disc

Per ricordare il mito di Lennon, VH1 propone una serata in suo onore. Si inizia alle 21.10 con Chapter 27, un film del 2007 diretto da J.P. Schaefer, che ripercorre i giorni precedenti all’omicidio dell’artista dal punto di vista di Chapman, l’assassino di Lennon. Il film vinse due premi al Zurich Film Festival come Miglior opera prima e Miglior attore (Jared Leto, che per l’occasione si è sottoposto a una forte trasformazione fisica acquisendo 30kg per interpretare il ruolo di Chapman). Nel cast anche Lindsay Lohan, Judah Friedlander e Mark Lindsay Chapman.

 

L’appuntamento commemorativo pensato da VH1 prosegue alle ore 23.00 è il turno del film La vera storia di John Lennon, diretto dal regista inglese David Carson, che ripercorre la vita dell’artista attraverso una retrospezione narrativa. Appartenente al genere biografico/musicale, il progetto cinematografico compie un tuffo nel passato attraverso una serie di flashback che portano lo spettatore indietro nel tempo fino all’infanzia di Lennon, piuttosto complicata e conflittuale. Nel tentativo di comprendere una personalità così complessa, di indagare le cause e le origini che hanno dato vita alla celebrità che tutto il mondo conosce, si assiste alla progressiva formazione dei Beatles, dagli esordi fino alla vigilia della partenza per gli Stati Uniti.

La programmazione speciale dedicata a John Lennon, si chiude alle 00.45 con il live: John Lennon one to one concert. La performance risale al 1972, quando Lennon si esibì al Madison Square Garden di New York City in due concerti, uno pomeridiano ed uno serale, insieme ad altri artisti, tra cui Stevie Wonder, gli Sha-Na-Na, Roberta Flack e la compagna Yoko Ono.

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Christian D'Antonio

Christian D’Antonio (Salerno,1974) è direttore responsabile della testata online di lifestyle thewaymagazine.it. Iscritto all’albo dei giornalisti professionisti dal 2004, ha scritto due libri sulla musica pop, partecipato come speaker a eventi e convegni su argomenti di tendenza e luxury. Ha creato con The Way Magazine e il supporto del team di FD Media Group format di incontri pubblici su innovazione e design per la Milano Digital Week e la Milano Design Week. Ha curato per diversi anni eventi pubblici durante la Milano Music Week. È attualmente ospite tv nei talk show di Damiano Gallo di Discovery Italia. Ha curato per il quartiere NoLo a Milano rassegne di moda, arte e spettacolo dal 2017. In qualità di giudice, ha presenziato alle manifestazioni Sannolo Milano, Positive Business Awards, Accademia pizza doc, Cooking is real, Positano fashion day, Milan Legal Week.
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