Gian Paolo Barbieri è un mito della fotografia di moda italiana. Fino al 20 dicembre 2016, 29 ARTS IN PROGRESS gallery di Milano (via San Vittore 13) ospita una mostra che ripercorre mezzo secolo di carriera di uno dei fotografi di moda più importanti e riconosciuti a livello internazionale.
La rassegna, dal titolo Occhio, cuore e mente: cinquant’anni di bellezza nella fotografia di moda, curata da Nikolaos Velissiotis, propone 40 tra i suoi soggetti più conosciuti, stampe vintage ai sali d’argento e polaroid, oltre ad alcuni scatti inediti.
Gian Paolo Barbieri ci ha raccontato così i suoi inizi: “Sono sempre stato attratto dalla luce, dai giochi di luce. Mi chiedevo perché i miei soggetti, all’inizio tutte amiche mie, avessero delle luci strane in volto quando le fotografavo. Prendevo delle lampadine e le mettevo nei tubi della stufa per creare gli effetti che volevo“.
Anche per Barbieri, la leggenda dei set fotografici che in tutto il mondo paragonano a veri set cinematografici, gli inizi sono stati artigianali: “Pensavamo di essere a Hollywood perché sono assolutamente autodidatta e ci voleva fantasia. Il cinema e il bianco e nero degli anni 40 e 50 ha esercitato un grande fascino su di me. Per me era molto importante, cercavo di tradurre le scene che vedevo a modo mio… se mi piaceva, la ricreavo come potevo“.
Barbieri dice di aver “sempre fotografato modelle, ho cominciato tardi a dedicarmi alla moda maschile, non volevo ma dopo i primi servizi per Vogue Homme mi sono convinto, visto che le richieste si facevano più pressanti. Mi piaceva la professionalità delle modelle di un tempo. All’epoca trovavo molto facile lavorare con modelle molto preparate e lontane dallo star system. Veruschka è stata la modella più grande del mondo ma non ha mai guadagnato tanto. E in più, la mia attenzione al lavoro manuale è sempre stata una condizione imprenscindibile“.
Nell’intervista a The Way Magazine, Gian Paolo Barbieri ci ha confessato di aver fatto sempre tutto da solo, dall’inizio all’avvento del digitale: “Ho sempre fatto tutto da solo, vengo dalla camera oscura, da quella scuola ho imparato a sviluppare tutti i film, ci ho messo 8 anni a capire le tecniche più giuste che mi offriva il mercato. Ho utilizzato tutte le pellicole e sviluppi possibili, passavano mesi, c’era meno immediatezza e più studio. Analizzavo e sceglievo le carte per cercare il bianco e nero che volevo io“.
E oggi? “Non ci resta quasi niente, quando Vogue Italia si è dedicato alla produzione estera noi italiani siamo stati messi da parte. In verità per me è andata meglio perché mi sono dedicato ai libri e quando non ho avuto commissioni dai giornali ho detto: chi se ne frega della foto per moda, faccio libri“.
Così nel 1997 è nata la pietra miliare del settore, Magadascar. Gian Paolo Barbieri ricorda: “Quando l’ha visto Taschen, la casa editrice di libri fotografici, subito me ne ha commissionati altri. Ho fatto Tahiti Tattoos e l’Ecuador e ho avuto il mercato dei musei, della vendita, delle aste. Anche senza le grandi produzioni dei giornali di moda, oggi sono felice lo stesso”.
Una vera personalità della fotografia di moda in tutte le sue sfumature, dalla seduzione alla provocazione, dal mito all’eleganza, Gian Paolo Barbieri. Il suo lavoro, costantemente richiesto e in movimento, resterà comunque nella storia per l’eccezionale spinta che ha dato alle maison di moda italiane: Valentino, Armani, Missoni, Versace, Ferré, Dolce & Gabbana. Magnifiche le riproduzioni in mostra di alcuni suoi lavori tra i maggiori stilisti stranieri, tra cui una scenografica gigantografia per Vivienne Westwood. Yves Saint Laurent ha affermato che “Gian Paolo Barbieri attraversa l’eleganza sontuosa dei suoi ritratti femminili e delle scene dei quartieri poveri con la stessa anima, lo stesso amore. Un segreto che non appartiene che a lui. Nutro per Gian Paolo una profonda ammirazione, perché lo ritengo un fotografo sensibile, umano e capace di dignitosa partecipazione emotiva”.
Tra le dive che ha fotografato: Audrey Hepburn, Jerry Hall, Vivienne Westwood, Eva Malstrom, Aly Dunne, Mary Jonasson, Veruschka, Anjelica Huston, le italiane Isa Stoppi, Simonetta Gianfelici, Ivana Bastianello, Monica Bellucci.
VITA
Gian Paolo Barbieri nasce in via Mazzini, nel centro di Milano nel 1938, in una famiglia di grossisti di tessuti. Proprio nel grande magazzino di tessuti di suo padre acquisisce delle competenze che gli saranno utili nel suo fare fotografia di moda. Si iscrive alla scuola di recitazione del Teatro Filodrammatici, tra il 1956 e il 1957. Insieme a due amici forma “Il Trio” e nella casa dei genitori rappresentano dei drammi sentimentali. Ha anche una piccola parte non parlata in ”Medea” di Luchino Visconti con Sara Ferrati e Memo Benassi. Il cinema gli diede il senso del movimento e l’occasione di portare la moda italiana, nata su fondo bianco in pedana, in esterno, dandole un’anima diversa.
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