La Falegnameria Rubinacci è uno dei fiori all’occhiello del nuovo design napoletano che lavora con i giovani creativi del luogo. Rubinacci realizza cabinet per la casa dall’affidabilità industriale con fascino artigianale, interamente Made in Italy.
Come si vede nelle foto di Gaetano del Mauro scattate per la quarta fiera dell’architettura a Napoli, Arkeda, le creazioni della nuova linea di Falegnameria Rubinacci, sono variegate e proiettate tutte nel contemporaneo, pur usando il materiale storico per eccellenza nell’arredo, il legno.
Fancesco Rotondale ed Emilia Abate, due creativi di Studio 74RAM che da Napoli hanno già partecipato a concorsi nazionali per le loro invenzioni d’arredo nel recente passato, hanno portato nella collezione due pezzi.
Il primo è un tavolino di diverse dimensioni chiamato Bolgheri, per l’effetto-cipresso che richiama la poesia del Carducci. I legni verticali di cui è composto, rendono il tavolo non solo un elemento d’arredo ma una riproduzione di un filare ligneo che riprende, se illuminato, l’effetto dei cipressi in natura. Il tavolo è montato con un piano in marmo di varie tonalità, tra cui spicca il pregiato green forest.
Ritorna la poesia anche nel nome dello speccio, il Melangolo (come il frutto della poesia del Montale) che è in natura un albero di arancio selvatico. La particolarità dell’inclinazione lo rende molto riconoscibile. Uno spazio di appoggio superiore e la creatività di chi lo compra lo rende interattivo: si possono montare più specchi vicini, possono essere appesi o d’appoggio.
“Abbiamo sposato il progetto di Falegnameria Rubinacci – ci spiega la designer Emilia Abate – perché le proposte non sono massificate e coinvolgono aziende del luogo impiegando sapienti lavorazioni artigianali e di qualità”.
Daniele Della Porta e Salvatore Cozzolino, presidente dell’Adi Campania, hanno infatti chiamato una serie di designer per realizzare una linea di prodotti che possa essere funzionale, innovativa, fattibile e che metta in risalto l’ingegno e la nobiltà del materiale.
Così, Francesco Dell’Aglio ed Enza Migliore hanno realizzato Abaco, un elemento d’arredo che riprende le linee della nostra classicità, Cozzolino ha giocato sulla bicromia del legno per il mobiletto Ayrone, Daniele Della Porta ha ideato Casson, uno spazio/contenitore riempibile a piacimento dell’utente. I designer Ettore Ambrosio e Fabio Chianese, di ZETAE studio, hanno invece disegnato la specchiera Donna Anna e lo sgabello Don Raffaè, in omaggio alla tradizione partenopea, e Salvatore Martorana ha presentato 33, un progetto di mensole in sospensione.
Da fuori Campania ci sono stati altrettanti progetti pregevoli. L’apertura di Rubinacci ai designer non soltanto locali è di importanza ragguardevole. Carlo Martino da Roma ha prodotto la libreria Scansìa, Gumdesign dei toscani Gabriele Pardi e Laura Fiaschi ha presentato due specchi: Soleluna e Arco. E Davide Aquini dal Veneto ha invece presentato il progetto Vico.